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”Solitari di Dio”

27/03/2008



Ilgiornalista e vaticanista del TG2, Enzo Romeo, ha realizzato uno straordinario reportage su come vivono i monaci Certosini della Certosa di Serra S. Bruno, in Calabria. Romeo e il resto della troup televisiva hanno avuta la concessione di vivere con e come i monaci per ben dieci giorni, filmando le loro giornate. Di seguito potete leggere le diverse recensioni sul filmato scritte dagli alunni della 2^ N - S.M.S. ”Luini-Falcone” - Rozzano (MI)

Giovanni Certomà





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di
Massimo Costa


Ad una troup televisiva di giornalisti è stato permesso di entrare nel monastero certosino di clausura di Serra San Bruno, in Calabria e di starci dieci giorni. Questo monastero è stato intitolato a S. Bruno perché il santo, nato a Colonia, si è ritirato ed è morto in quel luogo. Nella certosa vivono quindici monaci, di tutti i continenti e di tutti i gradi (per raggiungere il grado massimo dopo circa sette anni. Nella giornata i monaci hanno in tutto cinque ore di preghiera, tra quella individuale e quella di gruppo; queste preghiere sono svolte anche di notte (vespro e compieta). Esse sono precedute dal suono della campana o da quello di un oggetto molto rumoroso, la traccola (durante il periodo pasquale). Ogni anno, per la festa di San Bruno, il busto del Santo è portato in giro per il paese ed in chiesa, dove viene venerato da tutti i fedeli. I monaci vivono in celle che sono dei veri e propri appartamenti con un laboratorio personale per i lavori manuali; le celle dei monaci più giovani sono più piccole perché sono occupati per più tempo nei campi e in altri lavori manuali. La cena dei monaci è molto frugale, ma il pranzo è abbondante e vegetariano. Il pasto viene inserito in un piccolo “sgabuzzino” con doppia entrata. Ogni monaco ha un lavoro: apicoltore o bibliotecario, che prima erano rispettivamente un calciatore e un avvocato. Il monastero è stato visitato da molti ospiti importanti tra cui Giovanni Paolo II e la regina del Belgio. Quest’ultima visita è stata una novità perché nella certosa è vietata la presenza delle donne.
La certosa è stata completamente ricostruita, perché distrutta dal terremoto del 1783. Nella settimana dei monaci è anche presente una giornata di cammino nei boschi intorno all’abbazia e una o due volte all’anno una gita fuori porta con una camminata ed un momento di preghiera. Una volta al giorno, poi, si posizionano in stanze diverse del monastero per l’Eucarestia solitaria. L’ordine monastico è anche democratico nel momento dell’elezione del priore, quando i monaci inseriscono un fagiolo bianco (si) o un fagiolo nero (no) in un’urna.
E’ cosi che i monaci vivono tutti i giorni tra lavoro e preghiera.





di
Andrea La Corte



Alcuni giornalisti decidono di trascorrere dieci giorni nell’abbazia certosina di Serra San Bruno in Calabria, dove hanno vissuto a stretto contatto con i monaci. Si è voluta fare questa esperienza, per poter raccontare alle altre persone come si svolge la vita piena di sacrifici di questi religiosi.
In certosa non vi si può entrare prima di aver compiuto venti anni. All’alba i monaci si svegliano al suono delle campane e alle otto si recano a pregare, durante la giornata pregano per un totale di cinque ore. I monaci non possono mangiare carne, ma solo verdure. Il pranzo è abbondante e durante il pasto comunitario –solo la domenica- sono tutti in silenzio ad ascoltare un fratello leggere alcuni passi della Bibbia. Solitamente il monaco trascorre la maggior parte della giornata in cella, dove si trova “faccia a faccia” con Dio; al piano superiore della cella il monaco mangia, dorme, legge, studia e trascrive la Bibbia. Ognuno di loro ha un posto di lavoro chiamato obbedienza. Tra i lavori che svolgono ci sono: il panettiere, il sarto e un apicoltore. Una volta a settimana i monaci escono a fare una passeggiata intorno ai<
2^ N - S. M. S. ”Luini-Falcone” - Rozzano (MI)

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