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ESCURSIONE A CANZO: risalendo il torrente Ravella alla scoperta della storia della Terra

27/03/2008


di

Scuola Media Statale “Verdi” – Corsico (MI)
Classe 2^ D



Lunedì 6 ottobre 2003 siamo andati, insieme alla classe 3^ D, a fare un’escursione in montagna, nella località di Canzo, piccolo paesino della provincia di Como. La partenza era prevista per le ore 7.30. Il pullman è arrivato verso le ore 7:40, nei pressi della scuola media “Verdi” di Corsico (MI). Dopo aver depositato gli zaini nel bagagliaio, alle 7:45 siamo partiti alla volta di Canzo. Il viaggio è stato abbastanza lungo, a causa del traffico trovato sulla strada statale 36 per Como. Durante il tragitto, tranquillo e allegro, abbiamo ascoltato la musica con i nostri lettori cd. Alle 9.30 circa, siamo arrivati a destinazione.
Scesi dal pullman, abbiamo recuperato i nostri zaini, alcuni hanno approfittato per andare al bagno e dopo ci siamo riuniti tutti, per ascoltare il programma della giornata organizzato dalle guide Massimo (zoologo) e Carlo (geologo).
Intorno alle ore 10,00, siamo partiti per la lunga risalita del torrente Ravella che ci doveva portare dai 400mt agli 800mt. Abbiamo attraversato il piccolo comune di Canzo quasi in fila indiana e stando attenti alle eventuali macchine che sarebbero sopraggiunte. Dopo aver superato una ripida scalinata siamo arrivati nei pressi della fonte di Gajum, dove abbiamo riempite le nostre borracce e lasciato l’asfalto, per addentrarci nel bosco e seguire il sentiero geologico lungo la risalita del torrente Ravella.
Il bosco in cui ci trovavamo sembrava naturale, ma in realtà non lo era, perché si trattava di un bosco artificiale di larici. Quindi, Massimo, lo zoologo, ci ha parlato della flora e della fauna del posto. Ha approfittato della presenza di un cartello di divieto di caccia ai caprioli, per dirci che, in quel bosco vivevano ben cinquanta specie diverse di uccelli e diversi tipi di animali: cinghiali, volpi, scoiattoli, caprioli (4). Di questi ultimi, ci ha detto che, se avessimo avuta la fortuna di incontrarne i cuccioli, non avremmo dovuti toccarli, altrimenti la madre sentendo un odore diverso dal suo, non li avrebbe più riconosciuti come propri. Risalendo lungo il sentiero, Carlo, esperto in geologia, ci invita a fare la seconda sosta per assistere ad un piccolo esperimento sulla roccia. Il masso di maiolica era costituito da una parte bianca e una scura: la parte bianca venuta a contatto con l’acido ha iniziato a sprigionare carbonato e a “frizzare”, la parte scura, invece, non ha fatto registrare nessun tipo di reazione.
Ripreso il cammino, abbiamo proseguito per ben un’ora, attraversando anche cinque ponticelli di legno e fermandoci di tanto in tanto per attendere la coda del gruppo. Eravamo veramente stanchi ed esausti, quando Carlo ci ha detto che mancavano 70 mt di gradini per arrivare al rifugio di Terz’Alpe (800 mt). Alle 12:30 in punto, il rifugio non era un miraggio, ma una piacevole realtà.
Arrivati tutti affamati, abbiamo mangiato, ci siamo riposati e svagati. Dopo la pausa pranzo, alle 14.00 ci siamo rimessi in cammino, attraverso una ripida discesa acciottolata, per giungere al rifugio di Second’Alpe, dove ci siamo fermati a bere ad una fontanella. Massimo e Carlo ci hanno detto che Second’Alpe era nel passato il “frigorifero” e il “freezer” della montagna, perchè durante l’inverno si raccoglieva la prima neve, allo scopo di conservare per tutto l’anno la carne e tutti gli altri prodotti facilmente reperibili. Verso le ore 15.00, siamo arrivati al rifugio Malascarpa di Prim’Alpe dove, dopo l’ennesima sosta, siamo entrati a visitare un mini museo. Allo interno c’erano dei pannelli con sopra tutto quello che è stato trovato e fatto per la riserva. Uno di questi cartelloni raffigurava 10 tipi di pipistrelli e Massimo ci ha detto che loro si muovono nel buio attraverso gli ultrasuoni, che rimbalzando sulle superfici solide fanno loro da guida. Quindi, siamo scesi al piano inferiore a vedere alcuni tipi di roccia e una rappresentazione del bosco pro
2^ D - S.M.S. ”Verdi” - Corsico (MI)

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