27/03/2008
Strana coincidenza quella di questi giorni tra il periodo pasquale -appena trascorso- e i drammatici fatti di repressione e di morte in Tibet per mano delle autorità cinesi. La reazione, quasi immediata, è stata quella, da parte di alcuni, di chiedere il boicottaggio dei Giochi. E’ una reazione sicuramente condivisibile, e con questo a dimostrazione che gli atleti hanno e devono avere peso decisionale, senza essere pure ”marionette” delle autorità politiche. D’altro canto, però, non credo sia percorribile, nel senso che il boicottaggio avrebbe senso se fatto da tutti indistintamente, altrimenti perderebbe il suo valore. Praticabile, invece, anche in chiave idividuale, il dissenso simbolico durante lo svolgimento dei Giochi, magari durante una premiazione, come già nel passato è accaduto. Giovanni Certomà