A ruota libera

KENYA, ELICOTTERI SPARANO SULLA FOLLA

KENYA, ELICOTTERI SPARANO SULLA FOLLA

27/03/2008



”La situazione sembra precipitare in Kenya. Nella notte è stato ucciso a Nairobi, in una vera e propria esecuzione, un deputato dell’opposizione e appena si è sparsa la notizia sono esplose violenze in molte parti del Paese. Sono almeno una trentina i morti, molti nello slum di Kibera alle porte della capitale, altri soprattutto a Naivasha, dove elicotteri dell’esercito hanno aperto il fuoco per disperdere i manifestanti. Intanto l’ex segretario dell’Onu Kofi Annan -dopo una lunga spola tra le parti- ha aperto formalmente i colloqui negoziali tra maggioranza ed opposizione oggi a Nairobi. E’ stato duro Annan, ha chiesto un accordo subito altrimenti la situazione potrebbe completamente sfuggire di mano e gli aiuti potrebbero non essere più in grado di arrivare.

Ma l’ex segretario generale dell’Onu è stato anche ottimista auspicando e ritenendo possibile un’intesa politica entro un mese, e l’uscita dall’emergenza sul campo entro un anno. Al momento appare poco più di una speranza: ma non c’é molto di più -notano gli osservatori- a cui aggrapparsi. L’ultimo avvitamento della tragedia poco dopo la mezzanotte: Mugabe Were, 39 anni, una compagna e tre figli a Lecce, neodeputato dell’opposizione, ignoto ai più ma vecchio amico e sodale del leader Raila Odinga che gli aveva fatto ottenere un collegio sicuro a Nairobi centro, è stato ucciso mentre rientrava a casa da due killer con due colpi alla testa. Qualche ora dopo esplode l’ira nello slum di Kibera, vicino all’abitazione del deputato freddato, un ’feudo’ di Odinga, con almeno sette morti, molti feriti e molte baracche distrutte. Kibera era stato l’epicentro di violenti scontri fino a un paio di settimane fa, ma da una decina di giorni appariva abbastanza tranquillo. La violenza non si ferma nemmeno in altre parti del Paese già teatro di scontri, in particolare nella Rift Valley, nord-ovest, epicentro delle violenze, più che politiche ormai etnico tribali, nell’ultima settimana.

E soprattutto a Naivasha, a 90 km da Nairobi, splendido centro turistico, tra le zone di maggiore produzione mondiale di fiori, ormai ridotta a un campo di battaglia senza tregua tra kikuyu (etnia maggioritaria del Paese, quella del contestato presidente Mwai Kibaki) e gruppi tribali ’rivali’: kalanjin, e luo (é di etnia Luo Raila Odinga, il leader dell’opposizione). Scontri selvaggi, case incendiate, finché non sono intervenuti due o tre (le testimonianze discordano) elicotteri dell’esercito, che hanno sparato. Anche qui due le versioni: quella ufficiale parla di pallottole di gomma (e il fatto che non ci sia notizia di vittime apparirebbe confermarlo); proiettili veri secondo altre testimonianze dal campo, magari, però, sparati in alto, solo per disperdere i manifestanti. Un’accelerazione molto pericolosa che sembra confermare l’ipotesi che ci si possa avviare al dispiegamento dell’esercito per bloccare gli scontri: è una voce che corre a Nairobi da giorni, e che a parere quasi unanime degli osservatori diplomatici rappresenterebbe un rischio gravissimo che potrebbe far sprofondare il Paese in un conflitto esiziale.

E’ pesante anche il bilancio delle vittime tra ieri sera ed oggi nella Rift Valley: almeno una ventina di morti, molti feriti, numerose casupole incendiate negli slum intorno a Naivasha. Opera di gang di kikuyu, maggioritari nell’area, che hanno colpito proprietà di etnie ’rivali’, che a loro volta avevano perseguitato ed ucciso (colpi di machete e lapidati: questa la sorte toccata anche a un prete cattolico) i kikuyu a Kisumu, capoluogo regionale, dove sono in maggioranza.

La speranza è che la mediazione di Annan (che ha il pieno appoggio dell’Unione Africana e della superpotenza regionale, il Sudafrica, che ha denunciato oggi gli enormi rischi continentali della tragedia del Kenya) riesca a dare frutti. Odinga e Kibaki, seduti ai lati di Annan durante l’apertura dei lavori negoziali hanno fatto brevi discorsi dai toni sostanzialmente concilia
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