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Il fontanile di Bareggio (MI)
27/03/2008
di
Marta Diotallevi
Il fontanile di Bareggio è una riserva naturale situata nella fascia delle risorgive, circondato da un boschetto e abitato da una comunità di organismi di varie specie che convivono e interagiscono tra loro.
Le zone delle risorgive, in origine paludose e poco utilizzabili, sono state rese fruibili mediante scavi; l’acqua superficiale, in queste zone, è molto vicina al terreno, proviene infatti dalla prima falda (situata a circa 8 metri sotto il livello della terra) e sgorga grazie ai tubi emuntori.
L’acqua di falda ha la caratteristica di essere chimicamente pura, filtrata e limpida, per merito delle correnti che impediscono il ristagno e non permettono la formazione di alghe in superficie.
Il fontanile di Bareggio è costituito da due teste, cioè due bacini profondi circa 1,80 metri ed aventi origini temporali diverse. Il fontanile è posto in una zona tra l’alta e la bassa pianura, l’acqua dalle teste confluisce in un’unica asta, creando così la pressione necessaria per far risalire l’acqua.
La temperatura del fontanile oscilla tra i 10° (in estate) e i 15° (in inverno), questo perché l’acqua impiega quattro mesi per sgorgare in superficie e inoltre la terra è coibente, materiale isolante termicamente. Si è osservato che sulla superficie dell’acqua era presente del vapore, poiché vi era una grande differenza tra temperatura dell’acqua e dell’ambiente.
Il fontanile è un parco artificiale costituito da un continuo sali-scendi del terreno con fossi e sul quale si utilizza la tecnica della marcite, mediante la quale il terreno si mantiene verde tutto l’anno, poiché viene bagnato da un velo d’acqua che, in inverno, impedisce alla terra di gelare mantenendola umida. Questo metodo permette 7-8 tagli di fieno l’anno.
Il terreno del fontanile deve anche essere fertilizzato, per questo il taglio d’erba di novembre non viene raccolto.
Per quanto riguarda la vegetazione, vi sono diversi tipi di alberi e arbusti tra i quali trovano rifugio molte specie animali. È stato infatti possibile vedere un ampio roveto, distrutto dalla recente nevicata, nel quale molti conigli avevano realizzato la propria tana; diffusi anche i ‘buchi’ sui tronchi degli alberi creati dai picchi, per costruire il nido.
Due esemplari di latifoglie, il carpino e la quercia, costituiscono un caso particolare nel fontanile, in quanto mantengono le foglie secche in autunno e queste cadono solamente quando, al loro posto, sono cresciute le gemme.
All’interno del fontanile, vi sono inoltre, piante di sambuco, che un tempo rappresentavano una grande risorsa, visto che, dal sambuco, si ottenevano sette farmaci per curare sette malattie diverse; inoltre, era anche usato per cucinare. Dal legno del sambuco si potevano ricavare anche semplici giocattoli, poichè ha la proprietà di essere molto duro e resistente, ma nel contempo, pure, con un’”anima” morbida e facile da scavare.
Un’altra particolare pianta presente nel fontanile è l’ontano nero, il cui legno, immerso in acqua, non solo non marcisce, ma diventa più duro; inoltre quando il legno viene spezzato assume il colore rosso e gli organi sessuali dei fiori sono differenziati.
Per quanto concerne, invece, la fauna presente nel fontanile, gli uccelli sono gli animali predominanti, ed è possibile classificarli in base alla forma del becco: un becco sottile, come quello del pettirosso, è tipico degli insettivori; un becco robusto, come quello della ghiandaia, è tipico dei granivori che, nutrendosi di semi, utilizzano il becco per schiacciarli; vi sono poi gli onnivori, come il fagiano, che si nutrono di un po’ di tutto.
Gli uccelli carnivori, che si cibano di prede ancora vive, si possono dividere in due gruppi: rapaci, con becco adunco e artigli; e non rapaci, come l’airone cinerino e quello guardabuoi, che hanno un becco lungo, con cui catturano e inghiottono i pesci interi. Infine, gli uccelli rapaci si dividono in altri due sottogruppi: i rapaci not
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