Non dubitare mai di se stessi.
{G. Certomà}
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Benigni Cavaliere della Repubblica...
27/03/2008
”Certamente una prima volta, per il presidente della Repubblica: una persona appena nominata ”Cavaliere di Gran Croce”, che al momento di ricevere la fascia con l’onorificenza si inginocchia ai suoi piedi, solleva le mani al cielo in segno di giubilo, bacia il ministro dei Beni culturali, stringe calorosamente le mani a due guardie del Quirinale in alta uniforme. E che alla fine, invece di tornare ordinatamente al suo posto, si toglie quella stessa fascia per metterla sulle spalle del capo dello Stato. Tra gli applausi e le risate dei presenti.
Il protagonista dello show in questione, questa mattina al Quirinale, è ovviamente Roberto Benigni (e chi altri?). L’occasione è solenne: la consegna dei premi De Sica, giunti alla loro trentesima edizione, ed assegnati ogni anno - da una commissione presieduta da Gian Luigi Rondi - a personalità dello spettacolo e della cultura. Tra i premiati c’è anche lui, l’attore e regista toscano, che nell’occasione infrange una prima volta le rigide regole del Quirinale: prende il premio, torna al suo posto, poi ci ripensa, va di nuovo da Ciampi, finge di ritirarlo di nuovo.
E dopo qualche minuto, arriva l’onorificenza assegnata direttamente dal presidente della Repubblica, quella di Cavaliere di Gran Croce. Ed è qui che, come abbiamo già descritto, il comico si scatena, si inginocchia, trasforma il cerimoniale in spettacolo allo stato puro.
Insomma, una mattina all’insegna del più puro stile Benigni. Ma caratterizzata anche da un forte monito di Ciampi: ”Investire sulla cultura, credere nella cultura, è una necessità per noi italiani - dichiara, alla platea dei premiati e dei loro familiari - se funzionano i nostri musei, il teatro, la musica, il cinema, allora funziona meglio tutta la società italiana”. Un riferimento nemmeno troppo indiretto alla Finanziaria. Preceduto da una dichiarazione d’autentico amore per la settima arte: ”Vi sarete chiesti - dice - perché il presidente della Repubblica sia così appassionato al mondo del cinema. Le ragioni sono due. La prima è semplice: il cinema mi piace. La seconda è più complessa e profonda: la visione di tante pellicole ha accompagnato la mia generazione nel suo ingresso nel mondo moderno”.
E una particolare attenzione, ovviamente, va al cinema di casa nostra. Argomento sul quale, a sorpresa, il capo dello Stato fornisce dati incoraggianti: anche se nel 2005 il numero delle presenze nelle sale è calato, ”la quota dei film italiani è cresciuta, dal 20 al 23 per centp: nei primi 10 mesi dell’anno hanno ottenuto circa un milione di spettatori in più”.
Una notizia che certamente sarà piaciuta ai premi De Sica 2005: tra loro Valeria Bruni Tedeschi; Roberto Faenza; Angela Finocchiaro; Luca Zingaretti; Christian De Sica. E poi, per gli altri settori dello spettacolo e della cultura, ci sono anche Gianni Morandi, Giorgio Faletti (per la sua attività di scrittore), Rossella Falk, Tullio Regge. E poi ci sono le onorificenze assegnate dirattamente da Ciampi; ad esempio a Michele Placido, diventato Grande Ufficiale.
Ma la ribalta è tutta per lui, per Benigni. Che continua lo show quirinalizio anche a cerimonia terminata. Una performance che comincia con l’elogio a Ciampi: ”Il suo successore deve onorarlo - spiega - se sarò io, mi farò chiamare Roberto Azeglio Benigni, ho già il programma pronto in tasca. Quanto ai premi De Sica, oggi non so se si potrebbe fare un altro Ladri di biciclette: diciamo che non ci sono più le biciclette...”. Poi prosegue l’omaggio all’attuale inquilino del Colle: ”Anche se il Fus (il Fondo unico per lo spettacolo che eroga i finanziamenti pubblici al cinema, ndr) non c’ha più soldi, bastano tre sole parole di Ciampi per riempire le casse dell’anima”.
E che non si tratta di vuote parole, lo si capisce dal colloquio tra lo stesso Benigni e Franca Ciampi, avvenuto durante il rifresco offerto agli ospiti dopo la premiazione, e carpito dai cronisti: ”Signora - attacca il regista -
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