Non dubitare mai di se stessi.
{G. Certomà}
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Morto il poeta Mario Luzi...
27/03/2008
La scomparsa di una persona cara provoca dolore, ricordi, dubbi. La morte di un pilastro della poesia italiana, come Mario Luzi, suscita ricordi ammirati di versi lucidi e taglienti. Non mi piace ricordar Luzi nelle polemiche politiche ultime che lo hanno coinvolto, nè i suoi -non frequenti- capolini al mondo politico. Voglio solo ricordare il poeta. La prima raccolta, breve, che acquistai di Luzi portava come titolo ”Dal fondo delle campagne”, edita da Einaudi nel 1965. In quella raccolta, lo stesso autore spiegava che ”[...] il tema insistente, in virtù del quale sono stato indotto a isolarli, è dei più elementari. Il confronto, il rapporto, la ”questione” tra morte e vita sono infatti connaturali con il poetare stesso, tautologici in qualche modo. [...]”.
Tra quei versi ricordo:
”Qualche luogo”
Uno che inciampa nei suoi piedi equini
spande il veleno delle sue parole
da capannello a capannello. E’ il tempo
che ai rassegnati a questa quasi vita
s’appicca un fuoco di rivolta. Il vecchio
con il senno di molti poi tentenna
il capo, dice: ”così è”, scompare
dietro una tenda di cannucce. Corre
gente, rintrona qualche sparo, quanche
urlo. La piazza torna come sempre.
E’ un giorno, un giorno d’ira in un paese
di questa terra arida, graffiata
da un aratro ch’è poco più di un chiodo.
Noi, due, tre testimoni qui per caso.
Quel po’ di mondo che appare
da questa feritoia dei sensi,
da questo spiraglio della mente,
affila il coltello del giudizio,
ne fa crudele la fermezza.
Che fai? osi brandirlo a mano alzata?
Agito pensieri miei fedeli
e pensieri covati in nido d’altri
come i piccini della verla, lotto
pur di non giudicare a cuore duro,
pur di non fare a pezzi quel che è unito.
Giovanni Certomà
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