13/07/2008
All’alba del 12 luglio presso l’ospedale San Raffaele di Milano si chiude la vita terrena del "giornalaio" d’Italia, come amava autodefinirsi. Profondo dispiacere ho provato ascoltando la notizia, del resto non può che essere la reazione fisiologica di chiunque ami una televisione "viva", non piegata ai potenti di turno dell’economia e della politica. Uno dei più grandi, se non il più grande a intuire, a cogliere il vento di un modo diretto e comunicativo di fare televisione e soprattutto di parlare di politica in televisione. Spero solo che la sua eredità non vada, o che Qualcuno volutamente faccia in modo che vada perduta e dimenticata.