20/09/2009
Chi mi conosce già lo sa quanto mi entusiasmi il lavoro che svolgo. Insegnare ai ragazzi e provare a fornire loro gli strumenti necessari per acquisire autonomia di giudizio e consapevolezza delle proprie potenzialità è un qualcosa che mi appaga più di qualunque forma di remunerazione economica. E la convinzione che, anche all’età di 13 – 14 anni, diano dimostrazione di una maturità che in tanti ritengono “impossibile”, e quotidianamente rafforzata da ciò che scrivono in qualche loro testo: “[…] discutere credo sia un’azione quotidiana inevitabile. Credo che senza discutere sia quasi impossibile dialogare”. “[…] mi piace fare il meccanico perché quando finisci un lavoro hai soddisfazione e poi si sta a contatto con la gente” “[…] per tutti gli altri prof. sono contenta, perché hanno molta voglia di insegnare […]” “[…] a differenza di molti adulti credo che i ragazzi e anche io, abbiamo la capacità di avere dei sogni. […] Lo scrittore, a mio parere, è uno dei lavori più difficili, bisogna sapersi esprime, avere un proprio stile. E’ come una prova verso se stessi, dove le uniche cose che prevalgono su tutto sono l’idea e il linguaggio […]” “[…] per riuscire a mantenere mia mamma con il mio stipendi, cercando di restituire il favore che ha fatto a me […]