A ruota libera

Il Sudafrica celebra Mandela 20 anni di leadership antiapartheid

Il Sudafrica celebra Mandela 20 anni di leadership antiapartheid

11/02/2010


 

- E’ il grande giorno per il Sudafrica. Il giorno che rievoca la libertà e la sconfitta del più brutale regime segregazionista del secolo passato. Il gigante africano festeggia 20 anni dalla liberazione di Nelson Mandela, l’uomo che è riuscito a trasformare un paese diviso, razzista e carico di odio in uno Stato moderno, democratico ed emblema di quell’integrazione a cui aspirano, faticosamente, tanti altri paesi. Per commemorare uno dei momenti più alti della rivoluzione pacifica che segnò un traguardo all’epoca considerato impossibile, il Sudafrica ha previsto una serie di manifestazioni pubbliche. Intanto, una marcia a cui parteciperanno migliaia di persone, che si snoderà dall’ingresso del carcere di Drakestein, alle porte di Città del Capo, ultimo luogo di detenzione di Mandela, fino alla sede del Parlamento. Il corteo doveva essere guidato dall’ex moglie del grande combattente, Winnie Mandela, ma un portavoce ha spiegato che la donna ha deciso di rinunciare all’ultimo: "Rievocare quei momenti le avrebbe procurato troppo dolore".

Nel pomeriggio sono state programmate altre manifestazioni, con la proiezione di video e mostre fotografiche che puntano a tenere vivo quanto avvenne l’11 febbraio del 1990. Fu proprio quel giorno, dopo una lunga e segreta trattativa tra lo stesso Mandela e l’allora presidente del Sudafrica, Frederik de Clerk, che il simbolo della lotta all’apartheid riuscì a lasciare il carcere dove aveva trascorso 27 anni di una condanna all’ergastolo per attentato allo Stato. Fu l’inizio di un cammino verso la piena libertà e l’avvento di un sistema democratico, tuttora portato ad esempio in tutta l’Africa. I giornali e i siti web sono pieni di dichiarazioni entusiaste dei personaggi che hanno contribuito al successo del passaggio. Cyril Ramaphosa, uno dei leader dell’African national congress (Anc), il partito di maggioranza che guida da 20 anni il paese, oggi potente uomo d’affari, all’epoca era responsabile del comitato che si occupava della sicurezza del nuovo presidente del Sudafrica. "Mai, nessuno, avrebbe pensato - ricorda adesso - che il nostro paese potesse essere quello che vediamo. E’ stato un lungo cammino verso la libertà e il progresso". Christo Brand, la guardia carceraria a cui era stata affidata la vigilanza di Mandela, riesce ancora ad emozionarsi. "Avevamo tutti paura. Soprattutto noi bianchi. Sapevamo che il rilascio di Madiba era fondamentale. Ma speravamo che quel passaggio avvenisse senza spargimenti di sangue. E’ stato così. Tutto ha funzionato alla perfezione. Mandela è diventato il primo presidente nero del Sudafrica post-apartheid. Ha pensato a tutti quanti. Bianchi, neri, coloured".


Nel 1991 Nelson Mandela prende le redini dell’Anc. Tre anni dopo viene eletto presidente del paese. Coprirà la carica fino al 1999, quando decide di passare la mano. Da quel momento resterà defilato. Sempre presente alle manifestazioni pubbliche, alle cerimonie politiche e sociali, offrirà i suoi consigli, i suoi suggerimenti e medierà più volte nei contrasti che agitavano le diverse anime del partito. Rispettato e quasi venerato dalla maggioranza dei sudafricani, ancora oggi è considerato una vera icona della lotta per la libertà e il vero padre della Patria. A 91 anni, vive nella sua bella casa di Hougton, quartiere-bene di Johannesburg, assistito dai familiari più stretti e da un’equipe medica che vigila sulla sua salute molto precaria. Molti sperano in una sua apparizione pubblica nella grande manifestazione prevista per il pomeriggio. Sarebbe un fatto eccezionale: i suoi acciacchi lo hanno tenuto discretamente in disparte negli ultimi due anni.

Ma quella di oggi sarà anche una giornata decisiva per l’attuale presidente del Sudafrica Jacob Zuma. Bersagliato dalla critiche per la scoperta dell’ennesimo figlio segreto, il ventesimo, che ha avuto dalla sua ennesima amante (ha cinque mogli ufficiali), Zuma ha prima negato ma poi ammesso la sua nuova relazione extraconiugale. Tante remore non sono dovute a motivi morali. In Sudafrica, sebbene ufficiosamente, la poligamia è pienamente accettata. Ma i comportamenti sessuali disinvolti non sono un buon esempio in un paese devastato dall’Aids, specie se praticati da un leader che ha sempre negato la presenza del virus e sottovalutato la sua pericolosità, oltre ad essere stato assolto con formula dubbia in un processo per stupro.
Il Sudafrica celebra Mandela 20 anni di leadership antiapartheid

Nelson e Winnie Mandela all’uscita dal carcere, l’11 febbraio 1990


Zuma parlerà al paese. Spiegherà come intende affrontare la gravissima crisi economica provocata da un anno di recessione. Elencherà i provvedimenti per frenare l’emorragia nei posti di lavoro, combattere la corruzione dilagante negli apparati pubblici, contenere la violenza ormai endemica nel paese, rilanciare la microeconomia, la sanità pubblica, lo sviluppo delle zone rurali. Il presidente dovrà dimostrare di essere all’altezza della guida di un vero gigante economico e sociale dell’intero continente e rintuzzare i sospetti di una sua fragilità e di una sua incertezza che gli hanno procurato molti malumori anche all’interno dell’Anc. L’apparizione, al suo fianco, di Nelson Mandela potrebbe aiutarlo a superare forse il momento più difficile della sua controversa carriera politica.

Repubblica.it

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