A ruota libera

E-mail vince su lettere, 10.600 postini a rischio

E-mail vince su lettere, 10.600 postini a rischio

19/02/2010


 
- Addio alle lettere, il postino rischia di non bussare più neanche una volta e comunque non di sabato: con il boom di internet, dei social network e in generale della posta elettronica la corrispondenza tradizionale ha avuto un vero e proprio tracollo (-20% solo nell’ultimo anno) mettendo a rischio 10.600 posti di lavoro tra i "postini". L’allarme è stato lanciato dalla Cisl-Poste preoccupata anche per l’intenzione delle Poste di affidare ai tabaccai una parte dei servizi finanziari adesso svolti dagli uffici postali.

L’amministratore delegato delle Poste ha confermato all’Ansa che la corrispondenza tradizionale è in calo "in tutto il mondo" ma ha assicurato che "nessun posto di lavoro è a rischio" e che gli addetti alla corrispondenza saranno impiegati in altre attività del Gruppo.

Tra l’azienda e i sindacati è in corso una trattativa per riformare il settore della logistica e del recapito in vista della liberalizzazione del mercato prevista all’inizio del 2011. L’azienda - ha spiegato il numero uno della Uil Poste Ciro Amicone - ha chiesto di far lavorare i postini su cinque giorni alla settimana invece che su sei come accade oggi e questo dovrebbe ridurre le esigenze di personale. Per migliorare il servizio una strada potrebbe essere quella di una consegna non solo la mattina ma "flessibile" lungo la giornata. "Sono cambiate le esigenze delle famiglie - spiega Amicone - nelle grandi città spesso a casa di mattina non c’é nessuno. Nella maggioranza dei casi non ci sono neanche i portieri così una parte consistente della posta deve essere ritirata facendo la
fila presso gli uffici postali. Comunque noi pensiamo che non si cresce dichiarando esuberi". Lavorando su cinque giorni invece che su sei (rinunciando quindi alla consegna del sabato che rimarrebbe solo per la posta urgentissima), secondo quanto l’azienda ha illustrato ai sindacati, aumenterebbe l’orario giornaliero dei portalettere (sette ore e 12 minuti invece che sei come oggi) rendendo il recapito più flessibile lungo la giornata.

Alle Poste lavorano circa 140.000 persone, 73.000 delle quali nella corrispondenza, tra smistamento e recapito. La ristrutturazione dovrebbe riguardare soprattutto questo settore con una riduzione del personale in parte da ricollocare negli altri comparti dell’azienda.

"E’ vero - ha detto Sarmi - la corrispondenza è in calo ormai da alcuni anni in tutto il mondo, ma questo non determinerà alcun problema di riduzione di posti di lavoro. Grazie infatti alla diversificazione compiuta negli ultimi anni e alla ampia gamma dei settori di business su cui siamo operativi, l’Azienda ha la possibilità di impiegare gli addetti in altre attività svolte dal gruppo".

La Cisl Poste segnala con preoccupazione anche la diminuzione degli addetti allo sportello negli uffici Bancoposta e l’intenzione dell’azienda di affidare ai tabaccai alcune operazioni come i pagamenti dei bollettini e la ricarica di Postepay, carta di credito prepagata ricaricabile. "Da più parti - afferma Petitto - si diffonde la protesta per le file estenuanti all’interno degli uffici postali che in alcune città come Roma, Napoli, Palermo, Catania provocano circa un’ora di attesa per una semplice operazione di sportello". Dall’inizio dell’anno - sottolinea - circa 1.500 sportellisti sono andati in pensione senza essere sostituiti. I servizi finanziari - dice - "sono il polmone di Poste Italiane e assicurano con risultati brillanti la sopravvivenza finanziaria dell’Azienda. Ci viene difficile quindi capire perché invece di sostenere e rafforzare gli uffici e gli sportelli si tende a depotenziarli, immaginando di affidare a soggetti esterni, quali i tabaccai, l’erogazione e la vendita dei servizi postali".

Ansa.it

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