A ruota libera

"CALABRIA ORA" COMPIE QUATTRO ANNI

"CALABRIA ORA" COMPIE QUATTRO ANNI

14/03/2010


- E son quattro! -

Sembrano passati quattro giorni da quel mese di “numeri zero” e dalla prima uscita; invece sono passati quattro, bellissimi, anni. E così, ogni anno, il 14 marzo diventa un anniversario di una straordinaria storia professionale e di vita. Di una sfida difficile ma non impossibile in un contesto asfittico come quello dell’editoria calabrese. Non sono titolato a parlare dei successi professionali del giornale per il quale lavoro dal primo giorno della sua uscita. Dico solo che questo quotidiano regionale è talmente innovativo che da quando è uscito gli altri si sono dovuti adeguare: c’è chi si è messo “a dieta” e si è rifatto il “make up” e c’è chi si è dovuto proteggere dal giallo abbagliante del logo della nostra testata, mettendosi in testa un sombrero. E così, preferisco parlare del mio modo di vivere quest’esperienza, talmente bella che se tornassi indietro la rifarei altre mille volte. Allora fu una scelta d’istinto, la mia. Senza pensarci due volte. Salii su questo treno in allestimento che ora corre più che mai. Per noi che ci lavoriamo è una parte, assai significativa, della nostra vita. Ricordo i primi mesi, le pizze da Guidone dopo il lavoro a vedere i Mondiali del 2006, tutte le persone conosciute, i fatti seguiti, le ore passate senza mai sentire la stanchezza, le soddisfazioni che durano il tempo di una mattina, perché poi devi “azzerare” tutto e ricominciare da capo per un nuovo numero da preparare. E’ bello sentirsi parte di questo “concepimento” giornaliero. E’ quasi una paternità. Il treno è in corsa, più che mai. Qualche passeggero è sceso, qualcun altro è salito. Ma il treno è in corsa più che mai. Se ne saranno accorti anche i due Soloni che quattro anni fa, senza accorgersi della mia presenza, dissero tra loro che «poti durari n’annu, n’annu e menzu». Ne sono passati quattro. Per ora. Se n’è accorto anche chi, suo malgrado, ha scoperto che, per usare un detto popolare molto in voga da queste parti…«’ndavi cchiù jiorna ca sarsizzi». E vi assicuro che per lui è proprio il colmo. Ma ora basta festeggiare. Si ritorna al lavoro. I fatti ci attendono come sempre. E sono più ostinati che mai :-)


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Gianluca Albanese

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