09/12/2010
- di Chiara Ursino - Ci siamo mai chiesti cosa sognano le persone speciali? Ci siamo mai posti questa domanda? Oppure pensiamo che le persone speciali non abbiano sogni? Proviamo ad aprire il cassetto dove prendono corpo i loro sogni, che non sono fatti di cure mediche, di interventi chirurgici, di terapie, di scuola, di integrazione sociale, di lavoro. Questi sono i diritti, spesse volte negati dalle inadempienze istituzionali e dalla società, che il più delle volte si camuffano per sogni o desideri. In fondo al cassetto delle persone speciali giacciono la voglia di avere un amico, di andare al cinema, di fare un viaggio ai Caraibi, di mangiare un gelato, di bere qualcosa al bar in compagnia di amici, e perchè no, di innamorarsi…Cosa vi stupisce? Il fatto che siano desideri simili a quelli di mille altre persone? Sta proprio qui, lo scacco matto, per chi li considera incapaci di desiderare o peggio ancora non abilitati a farlo. Per questo motivo si ritrovano accanto “volenterosi” assistenti, piuttosto che degli amici, trasformando cosi tutti i desideri, apparentemente banali, sempre più irraggiungibili, non solo per le barriere architettoniche, - un problema logistico - ma soprattutto per l’ostilità della gente comune. Questa logica e questo pensiero portati avanti per anni, fanno si che, molto spesso, la persona con diverse abilità è costretta a reprimere i propri desideri, chiudendo quel cassetto e gettando via la chiave.