08/01/2011
- di Chiara Ursino - Nell’articolo che segue tratterò di una tematica, a mio parere, molto importante: il valore del volontariato e da quali motivazioni la persona che sceglie di essere volontario è mossa. Nel corso dei secoli il volontariato si è arricchito di significati, finalità e campi d’azione. L’essenzialità della matrice originaria è senza dubbio riconducibile nella umanità, perché proprio dalla storia si evince che, prendersi cura dell’altro, è insito nella natura umana. Prendersi cura della persona significa entrare in relazione con l’altro, prima ancora di basarsi solo sulle problematiche che la persona presenta. La ricerca del significato etimologico della parola “volontario” ci conduce al termine latino voluntarius, persona che compie una determinata azione in maniera volontaria. Cercare di definire i tratti essenziali del volontariato è un’operazione abbastanza complessa. E’ una realtà varia che nasce da differenti matrici culturali; diverse sono infatti le strutture ed esistono differenti modalità si azione, sempre però sollecitati da numerosi bisogni antichi e nuovi, che necessitano di risposte efficaci e coerenti nel rispetto dell’integrità e della dignità della persona. Affinché si possa parlare di volontariato è necessario riconoscere alcuni punti cardine. Il primo è quello di riconoscere e individuare l’essere umano come una creatura collocata nel tempo, nell’ambiente naturale e sociale. Un altro aspetto particolarmente complesso per la varietà dei significati attribuitigli nel tempo è proprio la gratuità. Può essere intesa come valore che guida la relazione, che dona in maniera disinteressata, che rispetta l’altro senza pretendere nulla in cambio. La gratuità per potersi esprimere ha bisogno essenzialmente di due condizioni: la libertà e la capacità di iniziativa, aspetti che, a volte, rimangono nascosti da una visione eccessiva, da una sorta di tornaconto nella vita di tutti i giorni. La gratuità di un’azione non significa però mancanza di interesse, anzi, fa trasparire un forte amore verso la vita. Il volontariato deve essere considerato non solo come mezzo di riscoperta della persona e quindi riscoperta del valore della vita e delle sue sfaccettature, ma deve essere considerato come risorsa in termini di crescita e di incontro con l’altro.