09/01/2011
- di Chiara Ursino - All’età di due anni mi è stata diagnosticata una patologia permanente, causata da una negligenza da parte di alcuni medici. Si è verificato, subito dopo la nascita, un problema di asfissia celebrale. La patologia in questione si chiama “diplegia spastica” agli arti inferiori. In altri termini, si tratta della compromissione a carico degli arti inferiori, che mi impedisce di camminare normalmente e, soprattutto, in modo autonomo; ciò mi costringe, per muovermi nei tratti più lunghi ed in luoghi a me poco familiari, ad utilizzare la sedia a rotelle, la mia compagna di vita, per evitare che le articolazioni si consumino e si verifichino delle retrazioni tendinee. Questo piccolo particolare mi porta ad essere costantemente sottocontrollo medico, per valutare appunto, la progressione della patologia. Nonostante i controlli e la riabilitazione, che faccio in maniera costante, spesso la situazione sfugge di mano, sia a me che ai medici, ragione per cui sono necessari diversi interventi chirurgici, per correggere, operando quello che, attraverso un trattamento fisioterapico, non si riesce. I controlli che faccio ogni sei mesi, un anno massimo, mi provocano una marea di ansia, perché, nonostante tutti dicano che sono abituata, si è sempre dinanzi ad una situazione nuova, che non conosco fino al momento del controllo. Ogni volta vado incontro all’ignoto, nascono in me sensazioni di malessere psicologico, perché ho sempre paura di non riuscire a fronteggiare in maniera ottimale una determinata situazione. Molte delle volte, quando si tratta di un problema di cui non si conosce l’origine o peggio ancora quando dico di star male e non sono creduta, nasce in me la voglia di cambiare; mi chiedo come mai la vita è così ambigua? Questi momenti sono molto frequenti, ma alla fine, con il calore e l’affetto dei miei famigliari, riesco ad andare avanti, supportata anche da una intensa fede religiosa. In questi anni, le sofferenze fisiche mi hanno permesso di capire il vero valore della vita e di apprezzare in maniera naturale quello che Dio ci ha donato e continua a donarci e a dare un significato a tutto ciò che ci circonda. Il Mio motto è: non arrendersi mai!