08/03/2011
- di Chiara Ursino - L’8 marzo è la Giornata Internazionale della Donna, nata per ricordare le lotte sociali femminili e le violenze a cui le donne sono state sottoposte. Tutto ebbe inizio circa 100 anni fa, da un lunghissimo sciopero che le camiciaie del Cotton di New York misero in atto nel 1908 e che protrassero per giorni e giorni, col lo scopo di chiedere un miglioramento delle tremende condizioni di lavoro a cui erano sottoposte. Lo sciopero si interruppe bruscamente quando, il proprietario del Cotton, decise di rinchiudere le operaie nella fabbrica, appiccandovi poi, il fuoco. In quella giornata morirono 129 operaie, arse vive; ed era proprio l’8 marzo. In questa, data dunque, si festeggia il secolo di istituzione della giornata per la donna, voluta dalla Conferenza di Copenaghen, per ricordare sia le operaie newyorkesi, che per rivendicare i diritti di tutte le donne. In Italia, con la fine della guerra, l’8 marzo del 1946, quando finalmente la celebrazione si espande in tutta la penisola, compare il simbolo rappresentato dalla mimosa, che fiorisce proprio agli inizi di marzo. In questa giornata si sente l’esigenza di ricordare ogni passo che le donne hanno compiuto, per ottenere quello che ora hanno di diritto, e per dare slancio sempre nuovo alla lotta per i diritti civili delle donne, che comprende non solo la lotta contro le violenze dentro le mura domestiche, o gli stupri, la precarietà e la disoccupazione femminile, le condizioni di donne single e con figli a carico; ma anche la lotta nei paesi dove la donna non ha ancora nessun diritto e ogni mossa di libertà è pagata a caro prezzo. Questa giornata deve essere motivo di riflessione e non fine a se stessa, basandosi solo sul consumismo, ma opportunità per comprendere il vero valore che ricopre la donna all’interno della nostra società.