22/03/2011
- di Chiara Ursino - Il disegno infantile è un segno e strumento di sviluppo fisico, affettivo, socio-cognitivo e comunicativo del bambino; con esso il bambino si avvicina alla realtà e la trasforma. La rappresentazione grafica può essere riassunta come una fotografia del mondo interno ed esterno del bambino e dipende essenzialmente dalla capacità di relazione con sé e con gli altri. Il disegno infantile, infatti, diviene un “ponte” tra ciò che il bambino vuole esprimere e ciò che gli altri vogliono ricevere. Il disegno, però, per poter divenire efficace strumento informativo deve essere libero, spontaneo, privo di qualsiasi forma di costrizione. I bambini disegnano non solo per gioco ma anche per scaricare dell’energia in eccesso che percepiscono di avere; il disegno diviene così anche strumento di canalizzazione delle sensazioni ed emozioni percepite e vissute come ingombranti. Nel disegno, infatti, il bambino proietta in maniera spontanea la propria personalità, racconta sé stesso e delle persone significative che lo circondano e narra di esperienze importanti della propria vita. Il bambino non disegna un oggetto così come è nella realtà ma un modello interiore, come egli lo vede, lo vive e lo percepisce; ci comunica il suo modo di leggere e percepire la realtà. Purtroppo non sempre il disegno del bambino fa giungere agli adulti messaggi positivi sul proprio mondo interiore e sulle relazioni che e ha stabilito con la realtà circostante. Non sempre i disegni esprimono gioia, serenità, come ci si aspetta da un bambino, ma molto spesso il disegno denuncia situazioni di vita tragiche, maltrattamenti o abusi, solo un esperto può rendersi conto e scoprire un disagio di questo tipo. Un adulto può comunque rendersi conto che qualcosa non và e quindi indagare in maniera corretta. I bambini esprimono il loro dolore nel disegno utilizzando spesso colori scuri, occupando poco spazio nel foglio; questo, insieme ad altri elementi, possono essere segnali di difficoltà e disagio che non devono essere sottovalutati.