08/10/2011
- di Cristina Tonelli - La musica -diceva Aristotele (filosofo greco del IV sec. a.C.)- non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare,ma per usi molteplici,poichè può servire per l’educazione,per procurare la catarsi e in terzo luogo per la ricreazione,il sollievo e il riposo dallo sforzo. Scorgendo con gli occhi i pensieri del testo sovrastante, mi ritrovo con vasto piacere a fantasticare sulla musica, questo grande fenomeno che ogni giorno solletica i nostri sensi. Per quanto riguarda me, ho sempre avuto grande ammirazione e piacere verso la musica e coloro che la praticano o ne sono estimatori poiché come il cibo o la preghiera è qualcosa che ci accomuna democraticamente, che farcisce le nostre esistenze rendendole a volte meno dolorose e maggiormente liete. Concordo col pensiero aristotelico secondo cui la musica è polifunzionale oltre che versatile, sempre attuale e persino terapeutica. Ho notato però, che oggi giorno, siamo assolutamente invasi da qualsiasi tipo di proposta musicale globalizzata e soprattutto attraversata da un forte spirito commerciale a scopo pecuniario. Nascono talents musicali intenti a scovare nuovi idoli di migliaia di ragazzini adoranti che acquistano cd o scaricano i pezzi da internet, suonerie di cellulari pronte a squillare l’ultima, gettonatissima canzone; attese telefoniche che ci propinano qualche piacevole melodia per evitarci di rimanere eccessivamente soli con noi stessi o individui sconosciuti divenuti repentinamente vere star dopo aver immesso nella rete una loro performance. Tutto ciò a volte mi rende confusa poiché mi sento incapace di comprendere fino a che punto la musica possa mantenere la sua originalità, la sua culturalità e il suo spessore: un tempo dietro ad ogni cantante e ad ogni componimento musicale c’era dello studio, c’erano pensieri consistenti che li caratterizzavano. Oggi in parte lo è ancora ma spesso ci sono espressioni musicali macchiate da parole volgari, video musicali espliciti o contenuti non troppo ricchi di significato che a mio parere modesto, perdono di dignità e di morale, oltretutto omologandosi tra loro. D’altro lato invece, corrisponde al vero che la musica può essere veicolo di evasione, di leggerezza ma anche di aiuto in caso di smarrimento morale o difficoltà fisiche, tanto che si sta diffondendo gradualmente la musicoterapia come mezzo di alleviamento per persone affette da pene corporali e psicologiche. Per me musica è poter evadere dalle mie sofferenze, dal mio mutismo e dalla mia rabbia per essere nel pieno della vita ed essere privata di capacità basilari che tutti posseggono, ma che io mai avrò, a causa di una nascita non convenzionalmente sana e regolare. La musica mi concede di evadere mentalmente, di immaginarmi differente, mi fa riflettere sul potere di unione che possiede e sulla sua capacità di attraversare popoli tribali , regno della chiesa, gruppi rock e concerti di musica classica.