12/10/2011
- di Chiara Ursino - Gli infortuni su lavoro rappresentano ancora oggi un fenomeno assai diffuso. Le leggi ci sono, ma spesse volte sembrano esistere solo sulla carta, rimanendo, purtroppo, un qualcosa di astratto. Non si può certo dire che lo Stato Italiano non si sia impegnato e che non lo stia ancora facendo. Se le leggi esistenti fossero applicate e se ci fossero maggiori controlli, la situazione migliorerebbe. Purtroppo in Italia il numero dei morti sul lavoro è ancora alto. Nasce così la giornata per ricordare le vittime degli incidenti sul lavoro che ricorre ogni anno il nove ottobre. La Giornate nasce con lo scopo di sensibilizzare, rappresentando una sorta di implorazione per una maggiore sicurezza, maggiori controlli, perché si ricordi che il lavoro è un diritto di tutti i cittadini e per rimanere tale deve essere sempre accompagnato da tutte le adempienze e garanzie per la tutela della vita dei lavoratori. In questa triste ricorrenza mi piace rendervi partecipi di un altro mio “pezzo” di vita. La mia mente percorre in modo rapido e si sofferma sul ricordare una persona veramente solare, attenta e rigorosa per il rispetto delle leggi; una persona molto attaccata al lavoro, perché lo riteneva essenziale per garantire alla propria famiglia una vita dignitosa. Sto parlando del mio nonno materno di nome Ilario, che ricordo con molto affetto e che ha trovato la morte proprio sul posto di lavoro. Anche lui è una delle tante vittime di morte bianca. Ricordo perfettamente il giorno in cui ci chiamarono per darci questa brutta notizia. Era Il 4 novembre del 1992 una giornata come tante ma che, improvvisamente, ha cambiato colore: il mondo sembrò crollarmi addosso…. Quando siamo riusciti a raggiungerlo era già in coma, rimanendovi per circa sei mesi. Tutti noi, nipoti, cercavamo di registrare le nostre voci per stimolare il suo risveglio. Improvvisamente ha riaperto gli occhi, come se fosse rinato, ma subito mi sono resa conto che non era più lo stesso: lo sguardo era stravolto, quasi arrabbiato col mondo. In effetti credo che avesse proprio ragione perchè quella banale caduta gli aveva rovinato la vita, rendendolo invalido al 100% e facendolo quasi incapace e inconsapevole delle proprie azioni. Questo mio racconto vuole essere una testimonianza e un appello ad adottare tutte le norme di sicurezza necessarie sul posto di lavoro, perchè esso rimanga solo un’opportunità di miglioramento di vita e non un luogo dove incontrare la morte.