14/10/2011
- di Chiara Ursino - Aniello Ursino, un ragazzo come tanti, disponibile, allegro, pieno di vita e con una caratteristica che lo contraddistingueva: la sua sensibilità. Io ho avuto la fortuna di conoscere Aniello - per gli amici Nello - alla scuola media dome abbiamo trascorso insieme quel triennio scolastico. E’ stato uno dei miei compagni di classe. Fin da subito mi dimostrò la sua sensibilità. Io, persona con disabilità, presentavo esigenze diverse rispetto alla classe, infatti avevo l’insegnate di sostegno. In classe pur avendo incontrato delle difficoltà molto grosse era il primo, sempre pronto ad aiutarmi in qualsiasi mia azione, a difendermi se lo riteneva opportuno, spesse volte discutendo con gli stessi docenti. Era considerato un soggetto ribelle, sottovalutando la sua sensibilità e protezione che nutriva nei miei confronti. Il nostro legame cresceva giornalmente, tanto è vero che mi chiamava “sorellina”! Trascorrevamo molti pomeriggi insieme. Svolgevamo le attività didattiche insieme ad altri compagni per poi divertirci andando in bici, guardando un film. Una volta terminato il percorso della scuola media le nostre strade si sono divise, per forza maggiore, per scelte diverse, ma di fatto non ci siamo mai divisi. E’ sempre stato nei miei pensieri e quando di fatto ci si incontrava era sempre una festa, non sapevamo da dove iniziare per raccontarci le cose; le ora che trascorrevamo insieme passavano in un batter d’occhio. E’ stato per me come un pilastro. Nel momento del bisogno mi sono sempre rivolta a lui. Purtroppo, la sua giovane vita si è spezzata bruscamente. Nello è morto in un tragico incidente il 16 ottobre 2005 a Bologna. Era poco che viveva lì, neanche un mese. Avrebbe voluto lavorare, studiare a Bologna; per lui era una città bellissima dove creare il suo futuro, ma dove ha trovato la morte. Erano le 3 e 30 di un sabato notte, era in macchina con un suo amico. Stavano tornando a casa dopo una giornata di lavoro in un pub. Il semaforo lampeggiava, stava per girare quando... un ragazzo ubriaco e fumato, l’ha travolto UCCIDENDOLO. L’amico di Nello è stato in coma per molto tempo e il ragazzo che l’ha ucciso è rimasto illeso. Carissimo amico mio, devi sapere che con te è morta una parte di me, ma vivi sempre nel ricordo, occupando lo stesso posto nel mio cuore. Anche se non ci sei più fisicamente sento la tua presenza giornalmente, ti ritrovo molto spesso nei miei sogni; questo è segno che tu da lassù continui a proteggermi. Quando avverto la necessità, vengo a trovarti laddove ci ritroveremo tutti un giorno, seguendo una sequenza stabilita da chi ha più potere di noi. Proprio lì, carissimo amico mio, guardando ciò che resta di te, mi trasmetti un qualcosa che ancora oggi non riesco ad esprimere, qualcosa di grandioso, che non ha prezzo…. Quel qualcosa che mi manca… mi sembra di sentire la tua voce che mi sussurra: vai avanti, io sono con te, anche se non mi vedi… Mi manchi tanto! Ti abbraccio e sono sicura che lo avvertirai La Tua sorellina adottiva Chiara