16/11/2011
- di Chiara Ursino - Il mondo dell’infanzia è spesso da noi adulti idealizzato o sottovalutato, a seconda delle nostre esperienze di vita, di fatto la sua importanza è basilare per la formazione della nostra personalità morale e sociale. E’ nel periodo dell’infanzia che si istituisce la relazione col senso della vita, partendo da quello stupore che un bambino spontaneamente prova di fronte al mondo. Lo stupore è alla base di ogni atto conoscitivo dell’infanzia ed è ciò che permette l’intuizione immaginativa. In tal senso un bambino nel porre domande è un piccolo filosofo e molto dipende da come tali domande vengono accolte, suscitate ed apprezzate. E’ su tali domande che può e deve istituirsi la via della comprensione, quella che permette ad un bambino d’entrare in contatto col mondo dei significati . E’ dalla capacità d’osservazione che prende avvio il processo della conoscenza, tale che ogni percezione possa farsi comunione con ciò che viene assunto come termine di relazione. Da qui la possibilità d’essere attivi e percettivi, tali da mantenere questo atteggiamento per tutta la vita. L’infanzia è, tuttavia, anche una condizione naturale. Un bambino, fondamentalmente, ha bisogno di comprendere e di confrontarsi, per liberare la sua immaginazione e per allargare il raggio della sua percezione. Io sono stata da sempre affascinata dal mondo dell’infanzia. Il bambino per me è vita! Con loro ho sempre istaurato da subito un rapporto, riesco a relazionarmi in maniera rapidissima; si avvicinano a me incuriositi, mi pongono tante domande sul mio modo d’essere e sulle mie caratteristiche fisiche. Le mie risposte sono sempre molto simpatiche e colorate di fantasia, poiché mi piace mantenere nel loro viso e nei loro occhi l’essere ingenuo e lo stupore che li caratterizza. E’ proprio quest’ultima caratteristica che li rende davvero speciali. Un fattore nella relazione con i bambini che mi ha da sempre lasciato senza fiato… di solito mi succede quando rispondo a un loro interrogativo. A questo punto credo sia necessario riportare un esempio: “ma perché non riesci a camminare?”. La mia risposta è a volte molto banale: “sono caduta e mi sono rotta la gamba”. La loro risposta è veramente eccezionale: ”non importa, io voglio stare lo stesso con te e ti aiuto io se vuoi”, e con molta naturalezza mi porgono la mano per aiutarmi. La spontaneità insomma è un qualcosa che non ha prezzo e la loro capacità di andare oltre a quelli che possono rappresentare un ostacolo è davvero straordinaria. Io fin da piccola ho sempre manifestato la voglia di svolgere una professione che mi permettesse di stare accanto al bambino. Il mio sogno era pediatra ma, purtroppo, per problemi fisici, questo mio sogno rimarrà irrealizzabile. Quando incontro un bambino per strada o da qualsiasi altra parte non riesco a non fermarmi. Ogni bambino mi ha sempre e continua tutt’ora a trasmettere quella fonte di energia, calore affettivo, speranza, serenità, insomma tutto quello che ci può essere di positivo nel mondo del bambino: l’abbraccio inaspettato proprio per la voglia di trasmetterti la loro gioia. Questi elementi sono per me, da sempre, come una forte spinta, un inno alla vita. Per me i bambini rendono tutto colorato, attribuiscono un senso alle nostre giornate dando a noi adulti la possibilità di trasmettergli amore che paragonerei ad una bellissima automobile che per essere utilizzata ha bisogno di benzina SEMPRE!