26/11/2011
- di Chiara Ursino - Il 26 novembre, un giorno come tanti. Classica giornata invernale, fredda, uggiosa, dove la nebbia era caratteristica essenziale nordica per chi vive nella Lombardia. Per me il 26 novembre di due anni fa è stato un giorno davvero speciale: unico, indimenticabile! Sì, indimenticabile, perchè proprio in quella data sono stata sottoposta ad intervento chirurgico per anca a scatto congenita bilaterale, un problema comune, che si potrebbe presentare a qualunque persona, visto che non è riconducibile alla mia patologia di base, la paresi spastica agli arti inferiori. Fino qui niente di strano, dato che sono veterana della chirurgia, conosco molto bene l’ambiente della sala operatoria, sono stata ospite una marea di volte… A quanto pare molto gradita, perché ci rientro spesso… Scherzi a parte… Quella mattina non ero come al solito, non avevo uno stato emotivo molto tranquillo, ero piuttosto agitata. Io stessa non mi riconoscevo. Mi domandavo il perché di tanta agitazione, senza sapermi dare una risposta. Nella notte del 25 feci un sogno molto strano, che oggi definirei premonitore; sognai un mio amico che ormai mi guarda da lassù, che mi disse queste testuali parole: “Chiara da questo momento la tua vita cambierà non sarà, più la stessa, ma devi essere più forte che mai”. Sarà stato forse questo sogno che mi mise in allarme, sta di fatto che, fino a quando non si presentò un barelliere per accompagnarmi in sala, la mia mente viaggiava, tutti i pensieri negativi avevano preso il sopravvento. Arrivata l’ora di scendere, sembrava avessi raggiunto la calma, ma in cuor mio sapevo che si trattava di calma apparente, che avevo messo in atto per lasciare sereni i Miei. Arrivata nella pre-sala operatoria, dove l’anestesista avrebbe proceduto per sottopormi alla puntura epidurale, ho ricevuto la prima sorpresa, mi sono ritrovata un bellissimo ragazzo, che mi si avvicina e presentandosi mi dice “oggi ti opero io”. Colta di sorpresa, naturalmente risposi in maniera positiva, anche perchè non avevo la possibilità di correre, e ne tantomeno di camminare, visto che non è una cosa che faccio con agilità. Dopo pochi secondi un’altra sorpresa: cambiamento del tipo di anestesia per motivi ancora ignoti. Al momento mi fu detto solo: ”meglio procedere con anestesia totale, perchè non so cosa trovo sotto”. Forse si aspettava di trovare qualche sorpresa, ma ancora oggi mi chiedo di che natura? L’intervento è stato eseguito. Al momento del risveglio tutto sembrava nella norma o almeno sembrava un classico decorso operatorio… col passare delle ore, però, mi sentivo sempre peggio: dolori mai avuti prima. All’inizio venivano attribuiti allo stesso decorso, ma sta di fatto che gli stessi dolori che ho sentito per la prima volta il 26-11-2009 una volta salita in camera non mi hanno più abbandonata. Alloggiano in maniera molto comoda nel mio corpo, non se ne sono più andati, forse sono io a trattarli troppo bene. Avevi proprio ragione caro amico mio, la mia vita è cambiata e anche di molto. Spero solo di riuscire a capire il perchè di tanti dolori e soprattutto di uscirne al più presto perché, come tu saprai, mi hanno tolto la serenità che faceva da padrona nella mia vita, ma come ti ho sempre detto: “stai tranquillo, io mi piego ma non mi spezzo!”.