17/06/2012
- di Chiara Ursino -
La musica popolare è un genere musicale che affonda le proprie radici nelle tradizioni di una determinata etnia, popolazione, contesto geografico o culturale. Anche in Calabria, si sta assistendo ad una riscoperta di questa tradizione, un fenomeno di notevole importanza sociale e culturale: la riscoperta della musica popolare. In Calabria, la suonata più popolare è la Tarantella. L’espressione tipica del ballo calabrese è la “Tarantella”, danza frenetica caratteristica della zona di Reggio Calabria denominata” Viddhaneddha”. Ancora oggi il “Suono a ballu” ha una importanza preponderante nella vita sociale delle comunità reggine ed è caratterizzata da strumenti quali: organetto, zampogna, lira, chitarra battente e con la scansione ritmica assicurata dal tamburello. ‘La tarantella è una serie di varianti della celebre danza del Meridione d’Italia diffuse nella penisola calabrese, con tratti che la rendono distinguibile dalle altre, specie nel ritmo. Il ballo della tarantella si fa in coppia uomo - donna, uomo - uomo e più raro donna - donna, attorno ad un cerchio di persone definito "rota". I suonatori sono posizionati all’esterno della rota. E’ difficile risalire alle origini della tarantella calabrese, ma ci sono varie ipotesi tra cui quella che vede la musica calabrese come danza di guerra. Sicuramente le origini vanno cercate nella cultura e nelle tradizioni del nostro popolo. Il Folk Calabrese dunque, non è soltanto un genere musicale, ma anche cultura. A questo proposito intendo proporvi uno stralcio scritto dal gruppo “Gioia popolare” che porta come titolo “ sona pista e batti”: “Questa è la terra di gioia e di dolori Terra del sud, e di un mezzogiorno
Ricco di speranza, ricco d’amore Ma riemerge un movimento Un movimento terzinato Creato dalla gente e dal popolo tarantato un popolo che balla un ritmo tanto antico da tempo denigrato , questo è il popolo scatenato questo è il popolo fatto di emozioni con l’amore per la terra e le loro tradizioni”. Davvero molto significative queste parole che vengono cantate da un gruppo di ragazzi; sono segno di speranza e voglia di lottare per rimanere nella propria terra che, pur presentando molteplici lati oscuri, legati alla disoccupazione, resta sempre motivo di vanto culturale. Se vogliamo, però, sono parole che lanciano un messaggio chiaro, lo si può notare anche dal titolo, quello di lottare sempre e comunque per i propri desideri e obiettivi, non fermarsi, non piangersi addosso, perché il cambiamento lo si può avere, ma bisogna volerlo. Ho avuto la possibilità di frequentare un corso promosso dalla regione Calabria, svoltosi presso la scuola elementare di Gioiosa Jonica; si è trattato di un corso base di tarantella condotto dal gruppo “Gioia popolare”, nello specifico da Marco Lucà ed Elisabet Fazzolari. Il mio ruolo è stato quello di osservatrice delle danze perché, per motivi fisici, non potevo mettermi in gioco, ma accompagnavo con piacere mia madre. E pur osservando le danze da seduta, posso dire di avere provato delle emozioni forti. In primis poiché non è necessario saper ballare per dire di essere amanti di questa musica, perché ti può piacere a prescindere dalla possibilità di ballare. In secundis perchè in generale la musica mi permette di viaggiare con la mente; ma vi assicuro che la musica popolare mi regala un’altra possibilità: quella di “scegliere” la persona che balli per te, quindi la migliore. Questo articolo è nato proprio dal voler esprimere tutta la mia gratitudine al gruppo ed in modo particolare ad Elisabet e Marco, che mi hanno saputo trasmettere tutta la loro passione per la musica popolare, divenuta col tempo, espressione e vanto della nostra terra. dall’idea di quattro amici (Marco” momentanei della musica popolare i TARANPROJECT. A questo punto ognuno di noi si avvicina ad uno strumento musicale, ROCCO appassionato dall’antico ed estasiato dalla