25/11/2012
- di Chiara Ursino - Continuano i dissensi contro la scarsa attenzione del governo verso la condizione di persone con disabilità gravi che necessitano di assistenza 24 ore su 24 senza la quale è messa a repentaglio la loro vita. “Ancora non è stato organizzato un piano per la destinazione delle risorse” dichiara Mariangela Lamanna, Presidente del Comitato “16 Novembre” Onlus. Lo sciopero della fame consiste in una progressiva riduzione degli alimenti ed è stato avviato dalle stesse persone con disabilità che non vedono garantiti i propri diritti. Si tratta di persone con disabilità gravissime molte delle quali vivono allettate e necessitano di assistenza continua per garantire non solo la qualità della vita, ma soprattutto la loro sopravvivenza. Questo tipo di assistenza richiede, da parte del governo, di investimenti molto elevati in termini economici, in quanto la vita di queste persone è collegata ad un dispositivo, che deve essere sempre disponibile in misura doppia, per garantire la continuità e l’efficacia di funzionamento dello stesso. In un comunicato stampa, anche il Presidente Pietro Barbieri, della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, si unisce ad un doppio appello: al Comitato “16 Novembre”, affinché vengano sospese le iniziative più estreme che possono mettere a rischio immediato vite umane, ed alla Maggioranza, affinché venga compiuto un ulteriore sforzo per il finanziamento del Fondo per le politiche sociali e del Fondo per la non autosufficienza, strumenti essenziali per la qualità della vita delle persone. Inoltre, aggiunge Barbieri, dopo gli ultimi emendamenti in Commissione Bilancio, sarebbero previsti 300 milioni di euro aggiuntivi, per il solo 2013, per le politiche sociali e 200 per la non autosufficienza. Lo sforzo è minimo. Il Fondo per le politiche sociali era, nel 2008, di 900 milioni di euro. Quello per la non autosufficienza, alla sua costituzione, ammontava a 400 milioni ed era già considerato insufficiente alle reali esigenze. La Commissione Affari Sociali aveva approvato una serie di emendamenti, poi vanificati in Commissione Bilancio, che andavano nella direzione di rilanciare tutti i Fondi sociali. Un passaggio che riteniamo essenziale per iniziare una riflessione più complessiva sul welfare in Italia. Da quegli emendamenti la FISH chiede di ripartire, evitando risposte parziali ed inadeguate. “Queste sono le medesime istanze presentate ai Gruppi Parlamentari in occasione della Manifestazione del 31 ottobre, sulle quali avevamo raccolto attenzioni e rassicurazioni”. Nello stesso comunicato l’organizzazione FISH esprime amarezza dichiarando quanto segue: “Il nostro pensiero prioritario è che qualcuno sta rischiando la vita in un gesto disperato. Ai motivi di questa iniziativa va tutta la nostra solidarietà. E così non potrebbe non essere, essendo impegnati da anni sul fronte dei diritti delle persone con disabilità”.