20/03/2013
- di Chiara Ursino - L’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 20 marzo giornata mondiale della Felicità. Una scelta importante, conseguenza di una presa di coscienza ben precisa, secondo cui un paese con un alto numero di persone felici è un paese felice, quindi un paese più produttivo. Ma che cos’è per voi la felicità? Da che cosa deriva?. Per alcuni la felicità è nelle piccole cose. Per altri è trovarsi tra le braccia della persona amata o ricevere l’abbraccio di una persona amica. A volte è un qualcosa a portata di mano, cammina con noi e non ce ne rendiamo conto, non sappiamo distinguerla e non la consideriamo un elemento conquistabile con le nostre forze. La felicità viene vista spesso, solo come possibile per alcuni, riservata ad una classe sociale alta, perché si crede racchiusa in un accumulo di beni materiali. Al giorno d’oggi è una corsa costante alla ricerca della felicità. Si pensa molto che, curando l’aspetto fisico, si rimanga sempre giovani e belli e quindi felici; perdendo di vista il vero significato e valore del termine stesso e la sua profondità. Alla fine si può essere felici quotidianamente, basta saperla coltivare, la felicità. E per farlo, esistono diverse strade, ognuna delle quali si fonda su comportamenti attivati dall’essere umano. Perché, come diceva Châtelet, Émilie du ” La nostra felicità non dipende soltanto dalle gioie attuali ma anche dalle nostre speranze e dai nostri ricordi. Il presente si arricchisce del passato e del futuro.”