A ruota libera

L’amore va oltre le disabilità

L’amore va oltre le disabilità

27/05/2013



Desidero fortemente trattare un argomento molto delicato ma allo stesso modo importante. L’amore tra uomo e donna esiste, è quasi normale, fisiologico, istintivo, un sentimento che completa, nel corso dell’esistenza, l’essere umano. Questo tassello risulta essenziale per diversi motivi. Uno di questi potrebbe essere il fatto di dare un senso alla propria vita, lasciare una traccia di sé. In che modo farlo? Solo attraverso un sentimento molto profondo: quello dell’amore, che sembra essere un qualcosa di astratto ma che in fondo, se ci pensiamo bene, così non è, perché è tangibile attraverso l’unione di una coppia. A parole sembrerebbe un qualcosa di meccanico ma tutto segue delle tappe ben precise che si percorrono in maniera naturale se tutto va bene e non si presentano ostacoli di nessuna natura.

Con il termine ostacoli in questo contesto mi riferisco ad un corpo che può essere sia dell’uomo che della donna non perfetto – diciamo così – cioè presenta una qualche particolarità che impedisce in qualche modo il  normale sviluppo.
L’esempio l’ho riportato nel precedente articolo ma in questa sede vorrei trattare un altro aspetto partendo da un interrogativo: secondo voi esistono differenze di genere nel rapportarsi all’amore quando il soggetto in questione è una persona con disabilità? La risposta è sì! La positività a questo interrogativo dipende esclusivamente da fattori culturali.
Perché?
Nell’immaginario collettivo si considera la donna come soggetto avente la responsabilità unidirezionale sulle dinamiche famigliari; con quest’ultimo intendo la gestione in toto della casa figli marito, provate invece a pensare se la donna in questione è seduta sulla sedia a rotelle: tutto lo scenario muta. In questo caso la donna non ha accesso all’amore. Tutte le speranze svaniscono perché si pensa che un uomo con a fianco una donna con disabilità non possa  avere nulla: né futuro , né figli, né felicità. Qui c’è un colpo di scena: non è affatto così.

La donna anche con la sua disabilità fisica può attrarre, può rendere un uomo felice: ricordate, miei cari uomini, che nessuno ci abilita all’amore. Le gambe non sono tutto, avvicinatevi senza alcuna paura, non vi intimorite dei nostri “carri”, ci servono solo per garantirci una qualità di vita migliore, permettendoci di spostarci, rendendoci autonomi e soprattutto ricordate sempre che dietro la sedia a rotelle c’è una persona con un cuore che batte. L’AMORE VA OLTRE. 

Chiara Ursino - www.scirocconews.it

Commenti

mena nunziata 27/05/2013

sono daccordo anche se l’italia su questa cultura è ai tempi del medioevo molto spesso nn si guarda la donna ma la sedia,oppure se nasce qualcosa poi si ha paura di affrontare il futuro con le conseguenze!credo ke spesso capita che si soffra x paura di amare!

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