A ruota libera

I giovani e l’informazione

I giovani e l’informazione

07/10/2013


 

In Europa, il primo foglio di notizie apparve a Venezia nel 1563. Veniva compilato a mano per incarico del governo ed era pubblicato tutti i mesi. Si trattava di un foglio d’informazione ufficiale, contenente notizie sul governo dello Stato e sulle guerre che la Serenissima, il Ducato di Venezia,  conduceva nel Mediterraneo. Oltre ad essere distribuito in città al prezzo di due soldi,  alcune copie venivano inviate anche ai governatori delle province marittime della Repubblica Veneta.  A Venezia, la moneta da due soldi era chiamata la “gaxeta”, così, in modo figurativo, lo stesso nome fu attribuito alla pubblicazione. Nel resto d’Italia divenne “gazzetta” e oltre le alpi “gazette”. Il termine si diffuse in tutta Europa col significato di “foglio di notizie”. Sul finire del secolo apparvero in Germania leRelationes semestrales, questi fogli di notizie a stampa venivano pubblicati in particolari occasioni, soprattutto durante le fiere. In Germania le fiere più importanti si svolgevano a Francoforte e a Lipsia nelle quali si recavano grandi masse di persone. Le Relationes erano stampate in formato in quarto, senza brossura (un tipo di rilegatura) e contenevano i fatti più interessanti accaduti in Germania negli ultimi mesi. La Relatione più antica giunta a noi risale al 1583 e fu stampata a Francoforte. Il primo giornale in senso moderno uscì in Germania nel 1609 ad opera dell’alsaziano Johann Carolus, differiva dalle gazzette dell’epoca perché usciva ad intervalli regolari, di solito una o due volte alla settimana. I primi giornali furono stampati su fogli grossolani, grigi; i caratteri restavano impressi con il rigonfiamento della carta 

Occorse molto tempo prima che i giornali venissero stampati su entrambe le facciate. Il primo giornale con un’impaginazione a colonne, come un giornale moderno, fu l’Oxford Gazette (poi London Gazette) nel 1665. Il giornale più antico tuttora esistente è la Gazzetta di Mantova, fondata nel 1664. Caratteristica di questi nuovi giornali fu il formato maggiore: “in folio”. Ma il giornale è solo il primo dei tanti mezzi di comunicazione che negli anni hanno riempito e riempiono la nostra quotidianità. Nel Novecento nascono prima la radio poi la televisione, due mass-media che portarono l’informazione direttamente nelle case. La radio nacque per prima: agli inizi del Novecento. Il successo fu immediato: ci fu addirittura chi si spinse ad ipotizzare una repentina fine dei giornali, dato che la radio consentiva di conoscere le notizie immediatamente, senza attendere il giorno successivo. La radio si rivelava un canale adeguatissimo per inculcare nella popolazione motti ed ideologie politiche. Oggi, questo strumento, ha puramente una funzione ricreativa, è il canale preferito per la diffusione della musica, anche se non smette di continuare a dare informazioni di vario genere. La televisione, invece, nacque ufficialmente, nel 1936, in Gran Bretagna. Fu necessario attendere la fine della seconda guerra mondiale per vedere l’arrivo della televisione in Italia, avvenuto il 3 gennaio 1954. Quando il televisore, venne acceso per le prime volte in Italia, fu la radio ad essere messa in ombra. La TV si era imposta grazie alla forza delle immagini che rappresentavano un elemento di grande fascino e di presa immediata sul pubblico, diventando un punto di riferimento per la vita familiare. Il suo ruolo sociale è stato importantissimo: in una prima fase ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione, in Italia, della lingua italiana presso una popolazione che in gran parte parlava ancora prevalentemente i dialetti locali, mentre successivamente ha collaborato alla diffusione di mode e culture, spesso importate dall’estero. È indubbio che la TV, più di ogni altro strumento di comunicazione, è stata l’artefice del mutamento di vita di centinaia di milioni di individui sparsi in tutto il mondo.

Oggi, come i giornali e le riviste, ma, visto il suo maggiore utilizzo, ancor di più, la TV può essere considerata come un vero e proprio strumento di condizionamento e di formazione dell’opinione pubblica. Con l’avvento della Pubblicità però, la televisione ha modificato il suo scopo primario di distribuire informazioni ed intrattenere il pubblico, fino a ridurre il proprio fine di informazione e dialogo ad un puro e mero scopo economico. Le esigenze di comunicare da qualunque parte del mondo e con chiunque hanno spinto l’uomo però, a non fermarsi alla televisione, ma a cercare qualcosa di ancora più completo ed efficace, è cosi che nella nostra vita entrò anche Internet. Il principale vantaggio di questo sistema di comunicazione, che ne ha decretato l’immediato successo, è il costo relativamente contenuto del collegamento.

Internet si è affermato nel mondo a metà degli anni Novanta e nel giro di una decina d’anni ha conosciuto continui progressi per quanto riguarda la quantità di informazioni presenti, la facilità di navigazione, la velocità dei collegamenti e la possibilità di “scaricare” sul proprio computer una grande quantità di dati.

Ciò che fa di Internet uno strumento innovativo sono i suoi molteplici utilizzi ; non si tratta solo di un canale di comunicazione, ma anche di una banca dati e, soprattutto, un comodo mezzo di interazione. L’avvento di Internet ha completamente modificato l’offerta di informazioni, la stessa carta stampata e le reti televisive, utilizzano la nuova tecnologia per divulgare più velocemente e ad un pubblico più vasto.

Ma Internet presenta anche dei contro: il fatto di permettere a tutti di essere elementi attivi della comunicazione, e la mancanza di regole e controlli, ha reso il web anche un grande contenitore di “spazzatura”, che viene pubblicata senza alcun controllo. La dipendenza da Internet, è un fenomeno sempre più comune non solo tra i giovani ma anche tra gli adulti. La Rete, da strumento che ha rivoluzionato le nostre vite, è ormai sempre attiva sul cellulare o sul pc, che ci si trovi a lavoro, a pranzo, o nel tempo libero. Internet è insomma entrato a far parte della quotidianità, nel bene e/o nel male. Le nuove generazioni sono sempre più attaccate a questa continua comunicazione con tutto il mondo tramite internet e cellulari, e la preoccupazione degli esperti è diventata quella dell’ inesperienza di questi ragazzi di convivere con la vera realtà che comprende momenti di noia e momenti dove bisogna dimostrare coraggio e non si ha a disposizione uno schermo dietro al quale nascondersi come ormai è abitudine tra i più “dipendenti”. 

A mio parere, ovviamente questa situazione di “crisi di personalità” può essere salvata e rialzata partendo proprio dalla quotidianità dei giovani, ossia dalla scuola, il luogo dove essi vengono formati. Quando in classe si abbandonano i soliti libri e si passa a progetti concreti , la naturale voglia di sapere dell’uomo esce fuori ed è a quella che i professori dovrebbero puntare. Portare dei semplici giornali in classe, leggerli, riscriverli, studiarli a fondo insieme ai propri alunni fa scoprire loro l’importanza di essere informati, perché l’informazione è un dovere del cittadino visto che al giorno d’oggi, con un mondo sempre più interconnesso, ciò che accade in luoghi fisicamente lontani da noi ha conseguenze dirette sulle nostre vite. In oltre è anche un modo per far ricredere i giovani nella lettura, qualcosa che ogni giorno sempre più sembra volere passare di moda. Con questi lavori a scuola, ogni ragazzo si può rendere conto che leggere, dare dimensione a ciò che alla vista appare solo come un insieme di lettere scure, è un modo di entrare in una realtà molto più bella, vera e profonda di quella di internet e rispettivi social network. 

Federica Pascucci

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