19/10/2013
- di Chiara Ursino - Questo pezzo nasce, poiché sento il dovere e la necessità di esprimere, pubblicamente, il mio pensiero sul seguente verbo: Studiare. Vi pongo a questo punto un quesito: cos’è per voi lo studio? Che funzione ha? Ciascuno di voi attribuisce un valore più o meno forte ad esso. Per me studiare ha un senso profondo. Dico questo perché, qualche giorno fa, ed in più occasioni, quando incontro qualcuno, la domanda più frequente è la: “Ciao come stai?”. “Che fai durante il giorno?”. La mia risposta è semplice: sto studiando, sono alla fine del primo anno della Laurea Magistrale. E la risposta è: “Brava. Tanto tu che fai... mica lavi, mica stiri, mica cucini; passi il tempo, altrimenti che fai?” Io vorrei dire a questa "signora", che si crede normodotata e per di più amica: ma una persona, per il semplice fatto che è disabile, cosa dovrebbe fare?! lasciare scorre la vita?! Cara signora e tutti coloro che la penso in tal modo, dovete sapere che, anche noi abbiamo dei motivi per dare un senso alla nostra esistenza, uno di questi, almeno per me, è la motivazione allo studio. Studiare, richiede un qualcosa di più del semplice passare il tempo e non lo faccio semplicemente perché non posso stirare, lavare, cucinare, ma perchè ho deciso di continuare i miei studi per passione; voglia di tenermi sempre aggiornata; oltre che, assicurarmi un futuro migliore. Lo Studio richiede impegno, sacrificio, costanza e voglia di raggiungere una meta. Decidere di studiare è una scelta e non un ripiego. E può essere racchiuso in una solo parola: DIGNITA’. Perché il sapere è dignità e non è mai tempo perso.