A ruota libera

Il “toc – toc” della sofferenza

Il “toc – toc” della sofferenza

07/01/2014


 

- di
Chiara Ursino  - 

In questo articolo voglio esaminare una dimensione che fa parte della vita di ognuno di noi
e che, ad un certo punto della nostra esistenza, si presenta, a volte anche in modo brusco, bussa alla porta del nostro cuore; sto parlando della SOFFERENZA. La sofferenza spaventa, è scomoda, ci sta stretta ed nessuno è mai è pronto; non esistono libri che insegnano ad affrontarla. Dalla sofferenza si può rimanere schiacciati, oppressi o se ne esce fortificati (quando si ha la possibilità, ma aggiungerei anche la volontà), dipende dal tipo di sofferenza, poiché non esiste solo quella del corpo, ma anche quella dell’anima e dello spirito. Quando ci si scontra con tale dimensione si fanno i conti con il proprio essere, ci si spoglia di tutto ciò che prima sembra potesse donarci sicurezza; in un attimo tutto può crollare, cambiare, per esempio il modo di relazionarsi con gli altri. Cosa, quindi, può aiutare qualunque persona si trovi in un momento particolarmente difficile della propria vita? Le prove a cui siamo sottoposti nel percorso della nostra esistenza sono tante, basti pensare alla perdita di una persona cara, ma tutto sta nella modalità di approccio che ciascuno mette in atto. La modalità di approccio non è standard, ma frutto del vissuto di ogni persona. Dalla mia esperienza di persona con disabilità e avendo avuto più volte la “possibilità” di “scontrarmi” a volte anche in maniera dirompente e duratura nel tempo, con questa dimensione, posso dire che, in qualche modo la sofferenza mi ha fatto da “formatrice”; mi ha regalato la possibilità di comprendere che, nella vita, si può rinascere mille volte e si può sempre ripartire, anche più forti di prima. Ho imparato che, nel dolore, ci può essere un sorriso. Il dolore inteso come sofferenza è, a mio parere, la modalità migliore per conoscere Dio! La fede è stata, da sempre, la mia porta della speranza. Come diceva San Faustina: “Ci sono momenti nella vita nei quali l’anima trova sollievo solo nella preghiera profonda.”  Solo quando si sperimenta la presenza di Dio nel dolore ci si rende conto che, da esso scaturisce una gioia profonda. La sofferenza, nel mio caso fisica, non mi ha mai spaventata, ho sempre affrontato anche i momenti più bui con la certezza nel cuore che Dio mi sostiene sempre. Non posso dire che la malattia è stata un dono di Dio, sarei ipocrita, so bene che si è trattato di un errore medico, ma Dio mi ha regalato la vita, che è un dono da scartare ogni giorno e di cui assaporarne meraviglie, in ogni istante, per questo merita di essere vissuta ad ogni costo e in ogni situazione. Ogni giorno mi rende capace di affrontare qualunque problema e/o ostacolo che mi si presenta.-



Chiara Ursino

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