25/05/2014
- Guarda il servizio fotografico - Il filo rosso che mi unisce alla danza classica oggi ha cucito un abito di emozioni.
Amo la danza da sempre...
In modo del tutto casuale qualche anno fa sono giunta al bellissimo Teatro Alfieri a Castelnuovo in Garfagnana, un piccolo gioiello di architettura e di storia.
E le sue impronte mi hanno condotto al direttore artistico, Maurizio Tamellini, protagonista di una meravigliosa carriera come ballerino del Corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano, del Balet Nationale de Marseille, dell’Arena di Verona, del Teatro comunale di Firenze.
Oggi è stato ospite d’onore presso la scuola media Verdi di Corsico; sorridente, viso fresco e pulito; jeans, camicia blu e giacca bianca con il vezzo del fazzoletto bianco-blu nel taschino; luce di colori in perfetto equilibrio e armonia.
Maurizio si è presentato ai nostri alunni e ha regalato a tutti noi l’energia del talento e la bellezza dell’arte.
L’esperienza di vita, il brillante percorso professionale, le foto dei suoi balletti e i video delle etoile della danza ci hanno condotto per qualche ora “in un piccolo Eden, in un mondo fatato di musiche meravigliose”.
Abbiamo rivisto Carla Fracci e Michail Barysnikov, rivissuto Rudolf Nureyev, riascoltato le loro frasi, ammirato i passi del corpo, del cuore e dello spirito.
La danza non è spiegabile a parole, e nulla può descrivere la magia che nasce sul palcoscenico, ma Maurizio ha testimoniato a tanti giovani, ancora alla ricerca di se stessi, la forza d’animo di inseguire e raggiungere i propri progetti e i propri sogni.
Danzare non è solo scarpette di raso e tutù, non è solo amore, passione e speranza, ma anche sudore e avversità, disciplina e rigore, lontananza da casa...
E’ la forza del sacrificio e dello studio che si unisce all’esperienza; é la tecnica che si pone al servizio del carisma.
Quando abbiamo visto Maurizio danzare, la sua grazia ha illuminato i nostri sorrisi di ammirazione, e abbiamo compreso quella eclettica frase di esordio: “Ho cominciato a danzare, perché amavo disegnare”.
Le ballerine, tratteggiate quando era studente d’Arte a Verona, hanno preso vita, disegnando la storia e preannunciando, in modo misterioso, quello che sarebbe stato il suo innato destino.
Ciao Maurizio e ancora grazie...