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Primo posto alle donne runner nelle cronache di gara

Primo posto alle donne runner nelle cronache di gara

27/03/2008



di
Giovanni Certomà


Storicamente e socialmente le donne sono state sempre relegate ad una posizione di secondo piano, e solo con molta fatica e tante battaglie sono riuscite a guadagnarsi spazi nel mondo dei ”maschi”; spazi che rimangono comunque, ancora oggi, molto ristretti rispetto alle loro reali potenzialità. Se dovessimo inquadrare il ”fenomeno donna” nel contesto podistico italiano, le parità di cui godono le donne non sono molte. Fino a qualche decennio fa, quando si vedeva una donna in pantaloncini e canotta prendere parte ad una competizione su strada si riameneva un po’ spiazzati ed in alcune aree geografiche italiane, dove forti erano i retaggi e i tabù verso le donne, si gridava quasi allo scandalo. Oggi tutto questo non si verica più in nessuna area geografica, ma resta molto radicata la tendenza di considerare le donne sempre al secondo posto rispetto ai colleghi maschi. Questo atteggiamento è messo in atto sia da numerose Organizzazioni di gare che non riconoscono alle donne, per esempio, lo stesso premio in denaro degli uomini; sia dalla quasi totalità della stampa specializzata che, quando propone al pubblico le cronache delle gare, apre sempre con quella maschile a cui si concede molto spazio, rispetto a quella femminile relegata alla fine del pezzo e fatta solo di pche righe. Un primo impegno di tutti noi che scriviamo di corsa potrebbe essere quello di aprire con la cronaca della competizione femminile, dando visibilità, a ciò che comunque merita per sua natura la precedenza: la dolcezza dell’essere donna.
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