Non dubitare mai di se stessi.
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ARISTOTELE il peripatetico
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
• La vita e le Opere
Aristotele fu il massimo discepolo di Platone. Egli rimase alla scuola platonica dell’accademia per ben 20 anni, acquisendo il metodo d’indagine platonica. Aristotele nacque a Stagira nel 384 a.c. il padre era un medico, come medici erano tutti i suoi antenati. Questa appartenenza ad una famiglia di medici produsse una notevole influenza sulla formazione del suo pensiero. Infatti, la sua attività di indagine denota una profonda tendenza al senso del concreto. All’età di 18 anni Aristotele rimase orfano e fu affidato ad un tutore in Atene, qui si inserì nella scuola di Platone. Dopo la morte del maestro, Aristotele si trasferì prima ad Asso poi a Mitilene. All’orquando le sue quotazioni come intellettuale crebbero fu chiamato a fare da educatore a colui che sarà Alessandro Magno. Quando quest’ultimo salì al trono, serbò sempre un profondo rispetto per il maestro, anzi lo aiutò nelle sue ricerche. All’età di 50 anni Aristotele si trasferì ad Atene fondandovi il tempio di Apollo Liceo, una scuola che fu denominata Liceo o Peripateto, perché costituita da lunghi viali nei quali Aristotele soleva passeggiare ed insegnare. Morto Alessandro, e per paura di essere condannato come Socrate per empietà, Aristotele dovette lasciare Atene per Calcide, dove morì a 60 anni. La produzione aristotelica è enorme, va precisato che l’intera sua produzione si divide in due grandi parti: 1) le opere essoteriche, che erano lezioni proprie che faceva ai suoi discepoli, e le opere anacroatiche, quelle destinate al grande pubblico. Le opere che noi oggi possediamo sono quelle del secondo gruppo e sono state raccolte in un Corpus Aristotelicum, ripartito in varie sezioni a seconda del contenuto trattato.
Gli scritti di logica costituiscono l’ Organon; gli scritti di filosofia naturale sono la Fisica e l’Anima; poi vi è la Metafisica; gli scritti di filosofia morale sono Etica a Nicomaco ed Etica ad Eudemo; gli scritti di filosofia dell’arte sono Retorica e Poetica; infine gli scritti di filosofia politica sono Politica e La Costituzione di Atene.
Relativamente allo stile Aristotele scrive molto diversamente da Platone. Infatti, non utilizza la forma del dialogo, ma quella del trattato. Inoltre, in Aristotele non vi è nessun elemento poetico o elegante, ma il suo stile è molto ruvido e sistematico, tipicamente scientifico.
• La logica aristotelica
Aristotele acquisì da Platone il metodo di ricerca (ragionamento dialettico) mediante il quale pervenire alla verità. Aristotele però, osserva che Platone nn aveva indicato le regole che governavano questo metodo e che stanno a base di ogni procedimento del pensiero. Ebbene, Aristotele si assume il compito di creare le regole che governano il modo di agire di ogni procedimento proprio del pensiero, creando così l’Analitica che oggi gli studiosi definiscono Logica formale, cioè la teoria della forma. Secondo Aristotele il pensiero afferma o nega di ogni suo possibile oggetto un modo di essere, una qualità ecc. Tale affermazione o negazione discorsivamente viene espressa mediante il giudizio, che è costituito da un soggetto e da un predicato che indica una proprietà del soggetto. Di ogni possibile oggetto del pensiero -sostiene Aristotele- si possono affermare 10 predicati, cioè concetti generali sotto cui tutte le cose possono essere sussunte. Tali concetti generali Aristotele definì categorie che sono: sostanza, qualità, quantità, relazione, ubicazione, situazione, possesso, temporalità, attività, possibilità. Il pensiero quando afferma o nega di un oggetto una sua qualche caratteristica si deve rifare ad alcuni principi insiti nella sua essenza. Se si rifà ad essi, è nella verità altrimenti è nell’errore. Questi principi sono definiti da Aristotele principi logici da lui distinti in tre tipologie: principio di identità, di non contraddizione, del terzo escluso. Quindi, il ragionamento è un insieme di giu
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