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32^ Half Marathon Roma – Ostia: “non solo gara…” - 2006

32^ Half Marathon Roma – Ostia: “non solo gara…” - 2006

27/03/2008



di
Giovanni Certomà





La scrittura mi dà sollievo, soprattutto nei momenti meno felici, ma dopo la mezza maratona “delle due perle” di Santa Margherita ligure, non ho voluto neppure metter giù due righe, perché era stata veramente tanta la delusione, non per il crono, ma per quella condizione mentale e motivazionale che praticamente avevo verificato essere sotto zero per l’occasione. Alla Roma-Ostia dunque, volevo esserci, per rinascere sul piano mentale, e dimostrar a me stesso che fossi ancora Io, senza pormi alcun obiettivo cronometrico. Andare a Roma, per me, è come ributtarsi nella pienezza dell’essere, degli affetti, una occasione per riabbracciare la mia amata sorella Paola che, quest’anno purtroppo, non ha potuto correre la Roma-Ostia, ma che comunque ha vissuto una esperienza altrettanto esaltante nella veste di fotoreporter. Mancherò di coerenza logica e me ne scuso si d’ora, perché immetterò pensieri e valutazioni saltellanti di “palo in frasca”. Permettetemi il primo sfogo: non è accettabile che in un Paese come il nostro, moderno e che si dice esser in Europa, si possa partire da Milano con treno eurostar con mezz’ora di ritardo (13:30 anzicchè 13:00) e arrivare con 1h e 15 minuti di ritardo, cioè alle 18:45, anzicchè alle 17:30; adducendo come motivazione cattive condizioni meteo, quando invece per tutto il tragitto non c’era neve, né nebbia, né tanto meno pioggia. E poi che a Roma, una delle grandi capitali europee, si debba attendere l’autobus H dalle ore 18:55 fino alle 19:40, sinceramente non mi pare sia la modalità più agevole per raggiunger la destinazione romana nel massimo della celerità. E pare che, ascoltando il signor Claudio, che da vero e proprio Cicerone, mi dà indicazioni precise su quando scender e come raggiunger la via da me cercata, quel ritardo dell’autobus H – confessione di uno che viaggia quotidianamente - sia “evento” di ogni giorno. Mattina di sabato, in una Roma soleggiata, esco di casa e mi dirigo verso il Gianicolo da cui scatto delle foto panoramiche e da lì poi verso il centro, dunque intorno alle 12:00 decido di “partire” per raggiunger l’expo marathon…dopo una serie di peripezie e “puntualità” degli autobus romani, giungo all’agognata meta alle 14:30, giusto in tempo per la ripresa dei lavori di un maxi e interessantissimo convegno. Prima ho il tempo di intervistare il prof. Lucio Gigliotti, allenatore di Stefano Baldini e responsabile tecnico della Maratona italiana; nonché il maratoneta vincitore di Roma 2003, Ruggero Pertile. Molto interessanti gli interventi di Gigliotti, Gabriele Rosa e poi all’atto della presentazione dei top-runner , tutto è risultato gremito, vista anche la presenza di due podisti, ormai veterani come Linus e Gianni Morandi. Prima di lasciar l’expo scambio qualche battuta con la campionessa europea di maratona Maria Guida e Venuste Miyongabo, campione olimpico dei 5000 in pista. Sono già le 19:30 e vado via, tra un’altra serie indicibile di “acrobazie” in mezzo al traffico romano, alla fine riesco a incontrarmi con mia sorella Paola intorno alle 21:00 e finalmente si va a cenare e anche mirabilmente in termini di qualità e quantità. Le previsioni per domenica sono tutt’atro che rosee e infatti sin dal primo mattino il cielo è piuttosto scuro con un fastidioso vento, ma almeno non piove. Arrivo intorno alle 8:30 in zona partenza, Eur e già si vede gente che sgambetta, spalma creme canforate. C’è vento, scendo dall’auto e inizio a riscaldarmi, intanto il cielo diventa sempre più nero, ma non piove, tolgo la roba che mi copre, ultima “passata” di crema riscaldante per la mia gamba sinistra in zona periosteo, per evitar altri problemi di sorta, e vedo che qualche goccia d’acqua inizia a scendere, “andiamo bene!”, penso. Invece, prendendo poi posizione sotto l’arco di partenza, noto che non piove, ma il cielo è molto scuro e c’è vento. Più di 8000 al via, sono molto concentrato sin dall’inizio, motivato, il primo km è molt
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