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Il ”TIMEO” platonico - di Marta Diotallevi
27/03/2008
di
Marta Diotallevi
Il ”Timeo” è un dialogo scritto da Platone riguardo una verosimile origine del mondo.
Gli scritti di Platone si dividono in 3 periodi:
-Scritti giovanili o socratici: Apologia, Lachete, Liside, Carmide, Eutifrone, Protagora, Gorgia;
-Scritti della maturità: Menone, Fedone, Convito, Repubblica, Fedro;
-Scritti della vecchiaia: Parmenide, Teeteto, Sofista, Politico, Timeo, Leggi.
In questo dialogo, come negli altri scritti nell’età della vecchiaia, Platone lascia maggior spazio all’indagine propriamente scientifica e naturalistica.
Infatti il Timeo è un’opera molto importante sia sul piano filosofico-metafisico, sia sul piano della storia del pensiero scientifico.
1.Dal punto di vista filosofico, la rilevanza del Timeo consiste nell’aver diffuso il concetto di una Mente intelligente e ordinatrice del mondo che rappresenterà lo schema con cui molti filosofi successivi e l’intero cristianesimo spiegheranno la realtà.
2.Dal punto di vista della storia del pensiero scientifico il Timeo è importante perché è stato una miniera di informazioni sulle conoscenze scientifiche dell’antichità, rappresentando uno dei principali punti di riferimento del medioevo. La rilevanza del Timeo sta però soprattutto nell’aver mantenuto l’idea pitagorica secondo cui la matematica costituisce la chiave interpretativa della natura. Tale nozione sarà alla base della scienza odierna di Copernico, Keplero e Galileo.
Cercando meglio di capire il rapporto fra idee e cose, Platone introduce la figura-mito del demiurgo, una sorta di divino artefice e plasmatore. Il termine demiurgo nell’antica Grecia indicava i lavoratori liberi (dēmiourgós in greco significa ”artefice”, propriamente ”lavoratore manuale”), contrapposti agli schiavi; i demiurghi inoltre erano i magistrati incaricati delle questioni civiche; nell’ambito della Lega achea, i demiurghi, in numero di dieci, affiancavano l’attività dello stratega.
Nel Timeo, Platone definisce demiurgo l’ordinatore dell’universo, colui che conferisce ordine alla materia, adottando come modello la realtà ideale.
All’inizio il mondo era solo una caos informe, materia spaziale priva di vita che Platone.
Il demiurgo, essendo amante del Bene, ha voluto ordinare le cose del mondo a immagine e somiglianza delle idee, comunicando loro una parte di perfezione dei modelli iperuranici.
Il demiurgo non crea la realtà dal nulla ma plasma e vivifica la materia preesistente senza vita, fornisce le cose di un’anima del mondo.
Per rendere il mondo più simile al suo modello ideale che è eterno, il demiurgo ha generato il tempo, “immagine mobile dell’eternità”, che riproduce in mutamento l’ordine immutabile dell’eternità.
L’opera del demiurgo, nonostante la sua buona volontà, è limitata dalla resistenza della materia, a cui Platone attribuisce le imperfezioni del mondo.
Tutto ciò che esiste di negativo e di disarmonico, per Platone, è dovuto alla materia e alla necessità.
I partecipanti all’incontro di cui si rende conto nel Timeo sono quattro: Socrate, Timeo, Crizia ed Ermocrate. Un quinto personaggio di cui Platone tace il nome e del quale si sa che non è presente poiché malato. Sono molto scarse anche le notizie riguardanti il personaggio di Timeo, che potrebbe essere con buona probabilità il fliosofo pitagorico Timeo di Locri, contemporaneo di Platone. Crizia (460-403 a.C.) invece è il celebre sofista del quinto secolo ed esponente di spicco dei Trenta Tiranni, gli oligarchi ateniesi che nell’aprile del 404 a.C. si impadronirono del potere ad Atene. Ermocrate, infine, potrebbe essere il generale siracusano che nel 412 a.C. sbaragliò la flotta ateniese in Sicilia. A Socrate Platone non offre, contrariamente alla parte dei suoi dialoghi, il ruolo di protagonista,questo infatti è affidato a Timeo che conduce senza interruzioni un esame in forma narrativa che sia avvicina al modello di un trattato minuzioso e<
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