Non dubitare mai di se stessi.
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MASSIMO RAGUSA, maratoneta in evoluzione...
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
Ripercorrere le varie fasi della storia sportiva del calabrese di Amantea (CS), Massimo Ragusa, equivale a riscoprire una dimensione quasi poetica della corsa. Subito affascinato dalla corsa di mezzofondo, Massimo vede in Salvatore Antibo il suo “idolo”. E all’ètà di 13 ecco arrivare la sua prima svolta importante: “un giorno arrivai prima in palestra e c’era il gruppo dei ”grandi” (16-22 anni) che usciva per fare corsa lenta e decisi di aggregarmi; con facilità riuscii a completare la seduta di corsa (1h circa) e il mio allenatore decise che era ora di cambiare ”specialità”.
Mi specializzai nei 2000mt piani, scendendo parecchie volte sotto i 6’ in gara e allenamento, vincendo parecchi titoli regionali in pista e in campestre”. È così che, Massimo dopo aver iniziato con il salto in lungo e continuato con gli 800 mt, prende coscienza della sua naturale attitudine per la corsa…Purtroppo, però, intorno ai 16 anni l’assenza di un “occhio” tecnico che lo seguisse lo porta ad abbandonare la corsa e dirottare verso il calcio che, gli causa prima un trauma cranico e la rottura del setto nasale e qualche anno dopo (1997/1998) la rottura di due legamenti crociati e tre menischi. Grazie poi, all’attività di riabilitazione, Massimo riprende a correre “prima lentamente poi sempre più sul serio, decidendo di provare di nuovo, a distanza di 20 anni circa l’ebrezza della competizione. Dopo aver effettuato qualche gara ”locale” di 8-10km decisi di provare ciò che era da sempre il mio pallino, la distanza. Accompagnato dalla famiglia mi presentai in riva allo stretto per la maratonina di Messina”. Il suo esordio non fu niente male, con quel 1h29’39”, corso “in modo tranquillo”. Ma la voglia di rimettersi in gioco è molto forte anche in Massimo Ragusa e decide quindi, di provare a esordire in Maratona, individuando Palermo 2003 come suo primo “palcoscenico”. “Partii per Palermo con la famiglia (credo che senza la famiglia al seguito, difficilmente avrei corso con tanta determinazione ogni volta) e corsi la mia prima maratona in 3h07’00”! per me un ottimo tempo. […]ciò che mi diede una grandissima scossa di adrenalina fu l’entrata in via della Libertà, ultimi 3 km.. con il gonfiabile dell’arrivo ”sbiadito” all’orizzonte, come fosse un miraggio, e che non si avvicinava mai.. la gente che applaudiva anche se ero un perfetto sconosciuto..
questo stare vicino alla gente mi ha sempre fatto capire che la corsa, indifferentemente da chi la fa, viene apprezzata da chi la guarda; sarà perchè pur non avendo mai provato ci si immagina cosa si prova a correre per 42km..”. Il 23 dicembre 2003 è una data importante per Massimo. Fa la conoscenza di Gregorio Sesto, tecnico e presidente della “Libertas atletica Lamezia Terme”, con cui si tessera, si migliora e cresce notevolmente sul piano dei tempi cronometrici. In questo 2005, infatti, porta a 1h19’39” e 2h53’39” i suoi personali, rispettivamente sulla mezza e sulla Maratona. “La passione per la corsa, ma per lo sport in genere, credo sia nata con me, perchè qualunque cosa faccia cerco di farla, non in fretta, ma ”di corsa”... le sensazioni che mi suscita la corsa, sono difficili da spiegare in quattro parole, ma quando corro non penso solo alle gambe, mi guardo in giro, ammiro i panorami, mi sento libero e soddisfatto, indifferentemente dalla prestazione, anzi! a volte capita di effettuare sedute o gare non soddisfacenti, ma non mi sono mai abbattuto e faccio analisi di ciò che non è andato; questo mi ha aiutato anche nella vita, perchè mi da la possibilità di valutare meglio le cose di tutti i giorni e porre rimedio, ove possibile, quando si sbaglia..
Quando corro memorizzo ogni angolo di strada, ogni sorriso, ogni applauso, ogni battuta che riporto sempre sul mio diario di corsa..
credo comunque che il saluto delle persone quando passi, o la gente che ti ferma per strada per chiederti ”ma a quanto corri?” o tutte quelle persone che ti incitano quando sei
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