Non dubitare mai di se stessi.
{G. Certomà}
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AMICI
”ALLARATA” del 7 agosto 2005...
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
Risalire acque che da tranquille
Diventan sempre più vive.
Ascoltar voci amiche:
“non mi aspettavo una giornata così
bella e una risalita così tecnica”.
Nuotar contro corrente in un “catino”
limpido e non freddissimo.
Far propri rumori, profumi, visioni,
di una fiumara sempre
capace di
rivitalizzarti.
Sono queste le immagini sensoriali, ancora forti, della prima “allarata” dell’estate 2005. La chiamo orami così, con questo neologismo, la risalita della fiumara dell’”Allaro”, avente origine dal vibonese e sfociante in provincia di Reggio Calabria, nel territorio di Caulonia. Confesso e non lo nascondo affatto che, l’escursione di domenica scorsa, a differenza di molte altre, fatte nelle estati passate, ha avuto per me, un sapore e un significato quasi inspiegabili. Mentre eravamo ancora all’inizio, il mio fraterno amico e collega, Manno Enzo, mi dice: “ c’è qualcosa di molto strano. Quella di oggi è la seconda cosa che facciamo insieme nell’arco di due settimane”. In effetti è così, perché proprio il 2 agosto scorso, era stato relatore – mirabile - del mio ultimo libro “Due gambe e un cuore”. L’amicizia con Enzo è ormai ventennale e condividere una escursione con lui e con altri straordinari amici come Mimmo Carone (guru), Felice Lombardo (u’ servaggiu), Carmela Riggio, Ilario Fantò, sono aspetti di quella genuinità di relazioni amicali che rappresentano, per me, fonte inesauribile di apprendimento affettivo e umano. A queste note prettamente personali, si aggiunga che l’”allarata” è stata compiuta sotto e con la guida dell’efficientissima associazione escursionistica “Gente in Aspromonte”, il cui presidente, Totò Pellegrino, come sempre, ha convogliato una vera e propria moltitudine di persone; eravamo più di 70, di qualunque età. Uno straordinario spettacolo di piedi, mani, corde, urla, parole, riflessioni che, in quelle incontaminate gole, lambite da acque quasi “parlanti”, si fondevano al punto da costituire un tutt’uno con l’ambiente naturale aspro e vivo. La fiumara dell’”Allaro” mi ha rapito ancora una volta e l’immagine finale che di essa mi rimane del 7 agosto è il saluto, che il “Guru” Carone ha fatto al “catino”, prima di iniziare la discesa: “cartaredu ‘ndi vidimu u prossimu annu”. Proprio come si fa con le dolci “amanti”, che stanno là pazientemente ad attender…
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Risalendo la Fiumara Allaro: Adrenalina a volontà !!!
di
Manno Enzo
E’ un titolo forse un po’ brutale, che non racchiude in sé la molteplice varietà di emozioni, esperienze e vissuti che la folla ha avuto modo di vivere ma che non va lontano dal vero. Si, di folla ho parlato poiché non saprei come meglio altro definirla: quale termine trovereste voi più appropriato per indicare un gruppo di oltre sessanta persone che, in fila indiana, si inerpicano, passo dopo passo, su per il disagevole torrente? Ma andiamo con ordine.
Quale naturale conseguenza della lettura del libro di Giovanni Certomà, in particolare degli articoli che riguardavano questa eccezionale fiumara calabrese, anche il sottoscritto, mio fratello Sandro e mio cugino Roberto Ienco (laureando in Scienze Naturali, presso l’Università di Messina) decidiamo di tentare l’impresa descritta dal mio caro collega. Ci saremmo trovati proprio presso il convento di S. Ilarione noi altri, mentre il gruppo (di cui ignoravo il numero) partiva dal solito punto di ritrovo di Caulonia Marina all’alba delle 9: 45. Alle 10:20, mentre noi tre in trepidante attesa cominciavamo a domandarci se l’imprevisto ci avesse messo lo zampino, arrivano le prime macchine: “Eccoli, finalmente”, dissi. Ben presto la gioia di ritrovarmi insieme a Giovanni viene sovrastata da “attonito sbalordimento” di fronte ad un cospicuo numero di macchine che continuavano ad af
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