Non dubitare mai di se stessi.
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Intervista esclusiva a FRANCESCO INGARGIOLA
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
In occasione della decima edizione della “Corrinsieme”, la più importante corsa su strada della Calabria, disputatasi il 24 luglio scorso a Santa Caterina dello Jonio (CZ), abbiamo avuto modo di chiacchierare molto e in tranquillità con il maratoneta delle Fiamme Gialle, Francesco Ingargiola. L’atleta siciliano, nei due giorni trascorsi in terra di Calabria, ha dimostrato, ma non avevamo alcun dubbio in proposito, di essere un esempio sia sul piano umano che professionale. Ingargiola, con naturalezza e semplicità, ci ha raccontato dei risultati tecnici, degli estenuanti e costanti allenamenti, di come la passione e l’amore per la corsa siano elementi basilari per poter costruire qualcosa d’importante. In un sud dove le vie di comunicazione son a dir poco precarie, Francesco si è fatto ben sei ore di macchina, in solitudine, per giunger a Santa Caterina dello Jonio e questo la dice lunga sulla sua disponibilità.
Francesco, tanta strada per esser a Santa Caterina per la prima volta e in tempo per la conferenza stampa di consegna dei pettorali?
“si. Molta strada indubbiamente, ma la precarietà delle nostre vie di comunicazione non la scopriamo oggi. Ci tenevo ad esser presente alla conferenza stampa di sabato sera, perché avevo preso l’impegno con lo staff- organizzativo e poi, volevo conoscer in anticipo i forti avversari che sfiderò nella gara di domani, domenica. Molta strada indubbiamente, ma l’accoglienza, l’ospitalità e il tasso tecnico messi insieme dallo staff della “Corrinsieme” mi ha già fatto dimenticare le sei ore di macchina. Veramente complimenti per tutto! Domani sarà un bello spettacolo”.
Parliamo un po’ del tuo amore per la corsa, ce ne vuole tanto per continuare ad esser uno dei maratoneti italiani di punta?
“Potrei rispondere solo con un si, ma mi va di precisare alcune cose. Credo che quando ci si dedica ad una disciplina sportiva come la maratona l’elemento passionale per la corsa debba esser fortissimo, solido e continuamente motivato, così come deve essere alimentata la fiamma di un grande fuoco. Dedicarsi alla maratona significa allenarsi sette giorni su sette due volte al giorno, con qualsiasi condizione metereologica: pioggia, vento, caldo, neve.
Solitamente dove ti alleni e con chi?
“per la gran parte dell’anno mi alleno nella mia Mazzara del Vallo e da solo, vicino casa ho dei percorsi già ben misurati. Poi in diverse circostante mi alleno in compagnia dei miei due grandi amici Migidio Bourifa e Ruggero Pertile, che spesso scendono in Sicilia da me e per 20-25 giorni facciamo dei lavori specifici ed intensi come è successo nel 2004, quando abbiamo preparato la Maratona della città di Roma, vinta poi da Ruggero. Altri momenti di allenamento non solitario sono i raduni a Tirrenia con tutto il gruppo dei maratoneti della nazionale: Baldini, Goffi, Di Cecco, Bennici, Caimmi e altri”.
Ormai da alcuni anni il tuo allenatore è Massimo Magnani. Quale è il tuo rapporto con lui? Cioè, lui non può seguirti di persona, ma lo fa a distanza. Come si svolge il tutto?
“Certo, Massimo vivendo a Ferrara non può seguir dal vivo i miei allenamenti, ma ci sentiamo costantemente ogni giorno, mi da le tabelle sulla base delle sensazioni mi fa dei correttivi, certo se fosse fisicamente vicino a me sarebbe molto diverso e ancor più motivante”.
E’ importante l’allenatore nel raggiungimento di obiettivi importanti?
“ Dico assolutamente di si! Prendi il mio caso. Io dopo essere passato sotto la guida tecnica di Magnani ho fatto un notevole progresso. E’ con lui che nel 2000 sono riuscito a segnare e poi in un tracciato difficile come Roma, la mia migliore prestazione in maratona con quel 2h08’ semplicemente stratosferico!! Si! Le modalità e i carichi di allenamento sono notevolmente cambiati sotto la sua direzione, quindi direi proprio che l’allenatore è colui che ti fa fare il salto di qualità”.
Nel 2004
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