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I CAMBIAMENTI DELLA SCUOLA...

I CAMBIAMENTI DELLA SCUOLA...

27/03/2008


di
Giovanni Certomà



Quando si affronta il tema “scuola”, si rischia di incorrere in luoghi comuni, preconcetti, false verità. Ci sono poi degli aspetti, degli elementi, dei passaggi dinanzi ai quali non è possibile nascondersi e negare l’evidenza, questo dal punto di vista dell’insegnante. Non si può più ormai negare che i tempi di cambiamento dei ragazzi sono sempre più rapidi (già all’interno di un ciclo di 3 anni); gli studenti di oggi non sono gli stessi di quelli di tre anni fa e quelli di oggi saranno ancor più diversi di quelli che ci saranno tra tre anni. Non si può più negare che, i loro tempi di attenzione durante una lezione, si sono notevolmente abbassati, più di 15-20 minuti non ce li regalano. Non si può negare che, le problematiche di tipo relazionale e generazionale che li riguardano sono sempre più pressanti e che è necessario prestar attenzione a questi se si vuole provar a capirli e promuover un minimo di impegno scolastico. E infine, è assolutamente reale che, nonostante la loro frenesia, anche a volte cattiva educazione, hanno delle “antennine” –così le chiamo io- della sensibilità estremamente sofisticate, mediante le quali riescono a captare in una frazione di secondo se il modo di porsi dell’insegnante nei loro confronti sia all’insegna del rispetto del loro lato umano e personale. Tutti questi elementi di cambiamento continuo e costante, richiedono, inevitabilmente, se si vuol sintonizzarsi con essi, un radicale mutamento del modo di insegnare e prim’ancora rapportarsi con i ragazzi. L’insegnante deve esser pronto a osservar dagli occhi il loro stato d’animo e di attenzione e adattare, spesso in corsa, modi e tematiche da proporre. Bisogna offrire loro un motivo forte per far qualcosa, offrire loro la possibilità di misurarsi con prodotti da loro fatti e immediatamente e concretamente verificabili. L’insegnante deve in ogni modo catturar la loro attenzione e solo dopo, in quei pochi minuti di assoluta attenzione che i discenti regalano, calar i contenuti disciplinari stabiliti. E per catturar la loro attenzione bisogna inventarsi di tutto: dal linguaggio, ai gesti, a stranezze inusuali, a tutto ciò che può sempre sorprenderli e spiazzarli. Insomma, l’insegnante deve essere sempre un “passettino” avanti ai propri studenti. Non è sempre facile, ma se non si è disponibili a far ciò, sarà inevitabile la deriva, la inutilità e l’improduttività del fare scuola.


*Pensate sia un caso che abbia in mano l’album dei Blue???
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