Non dubitare mai di se stessi.
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Mezza Maratona di Praga - 2005
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
Il suo lungo fiume fa sognare e poi il Ponte Carlo, piazza della città vecchia, la via reale, il sontuoso castello, i nuovi amici Tiziana ed Enrico; questa la mia Praga di un fine settimana d’inizio aprile segnato indelebilmente dalla scomparsa di Giovanni Paolo II. Nel volo d’andata rivedo l’amico della Cover, Paul Kanda che avrebbe fatta la lepre fino al 10 km. Tre giornate di stupendo sole, con una temperatura però, sempre pungente all’ombra, con i suoi 10°. L’acciotolato, le presenze dell’arte barocca, gli artisti, i pittori e musicisti, sul lungo fiume e sul ponte Carlo, l’ottimo ristorantino “Giovanni”, nei pressi della piazza della città vecchia. Mi va di raccontare così, come scatti improvvisi di memoria la mia esperienza in terra ceka. Dovrei raccontar qualcosa della mia corsa, ripercorrer i 21 km di un tracciato letteralmente segnato da pavè e asfalto con i binari dei tram. Se devo esser sincero non mi sento molto ispirato a fare questa cronaca, ma poi, in fondo in fondo, se non lo facessi, sarebbe come perder un tassello importante e significativo del mio percorso d’atleta. Tempo finale 1h44’34”. Un crono decisamente alto rispetto al mio solito e a alla mia aspettativa di correr almeno intorno all’1h40’. Il problema vero, però, è che non saprei con certezza a cosa ricondurre quei quattro minuti in più; o meglio, mi pare che la causa principale sia stata proprio il tracciato, tutto quasi fatto di pavè, perché non mi par d’aver accusato crolli fisici, né mentali e nonostante il tracciato fosse muscolarmente molto impegnativo, non ho avuto crampi. Ho corso una prima parte buona, andando addirittura di conserva, come suol dirsi (4’21-4’43-4’43-4’38-4’49-4’51-4’51-4’59-4’53- 5’07-4’47-4’47-5’05-4’59). Dal 15° km in poi, non capisco come, credo il tracciato che mi ha innervosito molto, i ritmi si sono alzati a 5’06-5’10, per ridiscender a 4’53, rialzarsi a 5’03; capivo che il pavè era insostenibile e a quel punto il crono era sfumato con tempi successivi a 5’16- 5’29, per chiuder a 1h44’34”. Resta comunque una straordinaria esperienza. L’assetto organizzativo non è stato niente male. Innanzitutto, il pacco gara era costituito da uno zainetto carino, maglietta ufficiale e un paio di calzini e molti deplian. Ottima tutta l’area tecnica con zona spogliatoi, molti bagni chimici, zona massaggi, un ampio parco verde per il riscaldamento pre gara e lo scarico post-gara. Azzeccata anche la formula di far incanalare in modo ordinato gli atleti nei rispettivi settori di partenza. Non ho molto gradito, invece che, ai ristori vi fossero i bicchieri di plastica anzicchè le bottiglie da mezzo litro; che diversi punti del tracciato fossero piuttosto stretti; che il pubblico, in alcuni punti, anche molto presente, non fosse attivo e caldo (tranne zona partenza – arrivo) nell’incitare i podisti; e poi il ristoro finale con arance, mele, acqua, ma nulla di solido da buttar giù. Alla fine, un buon di promozione a Praga e alla sua Mezza.
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