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Escursione: prima risalita dell’”Allaro” per l’estate 2004

Escursione: prima risalita dell’”Allaro” per l’estate 2004

27/03/2008


di
Giovanni Certomà



Un saggio filosofo greco sosteneva: “panta rei”, ovvero tutto scorre, tutto cambia, tutto si modifica. Non c’è aforisma migliore per render l’idea di ciò che è la fiumara dell’ “Allaro”. L’Allaro è proprio così, sempre diversa e unica ogni volta che la si risale, a dimostrazione che il corso della Natura è inarrestabile e superiore a qualunque volontà umana. Ma noi, “Escursionisti in bandana”, di volontà ne abbiamo da vendere, quando si presentano escursioni d’alto livello tecnico come questa. Formazione collaudata con l’innesto di due nuovi elementi di spicco per domenica 18 luglio scorso: Carmela Riggio, Antonio Commisso, Mimmo Carone, Vincenzo Napoli, Felice Lombardo, il “temerario” Pasquale Mazzone, l’”inossidabile” Felice Loccisano e naturalmente il sottoscritto. Giornata sicuramente calda, ma resa piacevole dal continuo contatto con l’acqua per tutta la durata della risalita. Luogo di partenza, il convento di Sant’Ilarione nel comune di San Nicola di Caulonia (R.C.). Vi giungiamo con tre macchine intorno alle ore 9:35 e subito si inizia la consueta operazione di vestizione di quanto necessario; ma soprattutto quasi tutti si cospargono d’una quantità indefinita e indefinibile di creme solari protettive. Il nostro “Guru”, Mimmo Carone, prima del “via”, manifesta la volontà (non si sa quanto veritiera) di chiudersi per un lungo periodo nel monastero, lontano da tutto e da tutti. Tutto è pronto: Vincenzo Napoli “guarda” il cronometro, ci scrutiamo tutti negli occhi e alle 9:55 in punto si parte per la prima risalita dell’estate 2004. Pasquale Mazzone, alla sua prima escursione, rimane affascinato sin dai primi metri e lo siamo anche noi che avevamo fatto il tragitto lo scorso anno; ma ci accorgiamo subito che molto è cambiato, si è modificato nel corso dei mesi invernali. Destrezza, entusiasmo, voglia di farsi inghiottire da questa Natura straordinariamente viva, sono stati questi gli elementi cardine che ci hanno guidati domenica 18 luglio. La nostra prima sosta è nella zona definita dello “scivolo”, area costituita da un vasto e comodo spazio di pietre bianche, attraversate da un’incanalatura perfettamente a forma di scivolo. Qua ci si sveste, ci si immerge nelle freschissime acque, ci si abbandona all’abbronzatura dei forti e penetranti raggi solari e qualcuno inizia a sgranocchiare pistacchi, panini ed altro. Nessuno sembra aver voglia d’alzarsi e continuare, tanto si stava bene; alla fine, dopo un bel po’, sollecitati da Felice Lombardo, inarrestabile e inesauribile come sempre, si procede per giungere alla zona definita del “catino”. La risalita si fa indubbiamente molto impegnativa, ma al contempo affascinante. Usiamo in più punti la fune, ben custodita dal “Guru”, e siamo protagonisti di passaggi d’acqua e scalate di roccia spettacolari, mirabilmente immortalati dalla fotocamera del prof. Antonio Commisso. Finalmente, intorno alle 13:30, giungiamo alla meta, si posano gli zaini e si fa la seconda grande sosta costellata da nuotate disperate contro corrente, scivolate in acqua indicibili, meditazioni sotto il sole; e in particolare da brevi e intensi silenzi d’ascolto rispettoso di questo angolo di Paradiso terrestre.
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