Non dubitare mai di se stessi.
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Mezza Maratona di Bergamo 2004 con dedica...
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
Per correre necessita passione, ma per realizzare un sogno non basta; serve una forte motivazione. La motivazione la si può forgiare da sé o la si può ricevere dall’esterno, proprio come è successo a me da settembre 2003 ad oggi, maggio 2004. Ho vissuto, infatti, dal punto di vista professionale il mio anno (scolastico) più intenso e prolifico. Sono stati i “miei ragazzi”, gli alunni della 2^ D della Scuola Media “Verdi” di Corsico (MI) che,col loro affetto, la loro stima, la loro impetuosa voglia di vivere, mi hanno permesso di allenarmi per tutto l’anno con una carica motivazionale a me sconosciuta. Sono stati loro a darmi la giusta carica per realizzare il mio primo sogno: correre una maratona (Milano 2003) e sempre a loro devo il concretizzarsi del mio secondo e più difficile sogno: correre la mezza in 1h45’. Ci sono riuscito proprio a Bergamo, domenica 23 maggio e a loro e solo a loro dedico questa corsa. Permettetemi, però, di ricostruire il mio fine settimana. Un sabato trascorso dalle 8:30 alle 13:00 a scuola e poi alle 13:14 autobus e metropolitana direzione stazione Centrale, da dove il diretto per Bergamo è partito alle 14:20. Arrivato, deposito la borsa e mi reco al centro maratona, nel cuore della città bassa. Il cielo nel frattempo si oscura e un improvviso acquazzone abbassa la temperatura e fa ben sperare per domenica, dal momento che, la mia più grande paura era l’alta temperatura - che soffro particolarmente - . Trascorro una serata tranquilla e allegra in famiglia, consumando un enorme piatto di pasta alla bolognese, petto di pollo ai ferri, parmigiano e per concludere una consistente tazza di gelato. Nottata nel rilassamento più totale e in assenza quasi completa di tensione pre-gara; dormo come un ghiro, tanto che, ho faticato a svegliarmi. Alle 6:45 comunque, mi alzo e consumo una frugale colazione a base di the accompagnato da fette biscottate con marmellata all’albicocca. Quindi, mi rilasso guardando un po’ di televisione e intorno alle 8:00 comincio a fare (per 25 minuti) esercizi di riscaldamento. Dopo aver indossato l’immancabile canotta “Podisti.net”, alle 8.40 salgo in autobus che, in cinque minuti mi porta in zona partenza (fissata per le 9:15). Faccio qualche foto, mi svesto e inizio a corrichiare, passando anche per l’ultima sosta ai bagni prima della partenza. Il clima è quasi perfetto: temperatura più bassa rispetto ai giorni scorsi e un sole che c’è, ma di tanto in tanto è oscurato da qualche nuvola. Nel frattempo incontro gli amici del Road Runners Club Milano: Walter Valli e Silvia Fiorentini. Mentre il sole si mostra con una certa forza, lo starter con puntualità svizzera, dà il via alla gara. Non riesco a vedere il cartello del primo chilometro e mi ritrovo subito quello del secondo, guardo il cronometro e mi accorgo che sto andando troppo forte: 4’27-4’27. Al terzo, passo regolare per il mio ritmo a 4’43. Corro rispettivamente il quarto, quinto, sesto e settimo in 5’08, 5’01, 5’03, 5’07. Inizio a preoccuparmi, visto che stavo correndo ad un ritmo molto più alto del mio consueto, nello stesso tempo però, penso: magari questo tipo d’andatura più tranquilla nella prima parte mi tornerà utile. Ma le gambe ci sono, la carica emotiva è altissima, non subisco la corsa, ma mi impongo su di essa e cambio ritmo: 4’59 (8° km); 4’31 (9° km); 4’50 (10° km); 4’54 (11° km); 5’03 (12° km); 5’12 (13° km); 5’07 (14° km); 4’54 (15° km); 4’10-4’10 (16°-17° km); 5’12 (18° km); 4’49 (19° km). Due chilometri alla fine, guardo il cronometro e mi accorgo che il mio sogno di 1h45” è ormai a un passo, anzi 1h33’56” con cui ero passato mi fanno pensare che se fossi riuscito a correre gli ultimi due chilometri a 5’, sarei riuscito a chiudere con un paio di minuti in meno. In questi due chilometri finali dò tutto pensando proprio ai “miei ragazzi” e immaginandoli al traguardo che mi incitano. Il ventesimo chilometro lo corro in 5’02 e poi leggerissimi crampi nei 300 mt finali mi
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