Non dubitare mai di se stessi.
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Escursione: sembrava camminare sulle acque...
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
I sei dell’”Allaro” che il 28 giugno scorso, si erano avventurosamente gettati nella risalita della fiumara, hanno fatto proseliti e il 3 agosto hanno approntata un’altra spedizione “autopunitiva”. Si era in quattordici, tutti accuratamente svestiti (dopo la prima esperienza) e ben equipaggiati. Qualcuno come Antonio e Mimmo si erano preoccupati di sostituire i propri zaini, presentandosi così con modelli d’ultima generazione o d’ante guerra. Qualcun altro, invece, lasciando a casa i vecchi sandali si è presentato con specialissime scarpette da escursione acquatica. Le oculate guide anche per questa seconda prova sono state “l’anfitrionico” Pietro e l’imperturbabile Gaetano. I due però, si sono avvalsi dell’esperienza di un autentico specialista d’escursioni e non solo, come Felice, detto “il selvaggio”. Ma il vero ed incontrastato protagonista di tutta la giornata si è rivelato Pino il “Sornione”. Pino, infatti, ha stupito subito tutti per il tipo di scarpe che ha tolto, sempre con calma, dalla sua famosa bustina bianca. Non erano né scarpette speciali, né da tennis, ma un fiammante “scarpina” da passeggio. Veramente straordinario! La giornata non si presentava particolarmente clemente sul piano meteorologico, dal momento che, la notte aveva piovuto ininterrottamente, ma giunti sul luogo del ritrovo (Caulonia Marina), il sole ha iniziato a farsi vedere e a mostrarci il suo timido sorriso. Giunti al convento di Sant’Ilarione, già dalle cascate poste nei pressi, si intravedeva che la massa d’acqua presente e la corrente erano veramente consistenti e probabilmente non saremmo riusciti a giungere fino alla fine come il 28 giugno. Consapevole di ciò, la carovana iniziava la risalita. Le corde questa volta le abbiamo utilizzate non per scalare le rocce, ma per attraversare il corso d’acqua da una sponda all’altra. La corrente e la massa d’acqua si presentavano con un certa violenza, ma costituendo catene umane e supportati dalle tre esperte guide, si andava avanti. Il cielo intanto si inscuriva e le facili profezie di pioggia di Pietro si avveravano d’improvviso. L’acqua batteva sui nostri corpi seminudi, si cercava un possibile riparo e lo si trovava sotto un cumulo d’alberi. Ci si asciugava con teli da mare e ci si cambiava la maglietta. In questo movimentato trambusto, si aprivano gli zaini e si faceva la prima sosta culinaria (per modo di dire). Mentre tutto ciò si consumava, Pino il “Sornione” attraversava le acque con la sua “scarpina” in modo leggero ed abile e dopo aver tolto dal suo cilindro un giubottino verde, mangiava il suo frugale pasto. Gaetano ci propone di aspettare la cessazione della pioggia per poter procedere ancora un po’ più avanti, ma non lungo le sponde, ma attraverso la “mastra”. Così facciamo, nel frattempo il cielo si apre ed il sole ci tocca con i suoi forti schiaffi. Si risale lungo la “mastra” piena d’acqua e si giunge nella zona dello “scivolo”. Qua decidiamo di fermarci. Mangiamo, ci prendiamo il sole e tutto ciò mentre Pino il “Sornione” si gusta, da solo, con i suoi occhiali scuri, l’ultima “stanga” di pane. Non paghi di questo 3 agosto ci diamo appuntamento per una prossima e ravvicinata escursione. I “sei della fiumara” sono diventati quattordici e chissà…
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