Non dubitare mai di se stessi.
{G. Certomà}
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La mia Stramilano - 2004
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
Correre la Mezza Maratona più antica della Penisola suscita un fascino indubbiamente molto diverso rispetto al solito. È stata una giornata in cui lo sport si è ben coniugato con il piacere di stare insieme: grandi, piccoli, top-runner e amatori. Confesso che ho vissuto la vigilia della corsa in uno stato mentale ed emotivo di totale distacco e completa rilassatezza, considerandola una tappa di passaggio per la prossima Maratona di Padova. Il mio obiettivo era di correrla intorno a 1h’50”, non pensando assolutamente di abbassare il mio personale stabilito meno di un mese fa a Piacenza. Il periodo d’allenamento pre-Stramilano è stato caratterizzato da due settimane in cui avevo fatto sedute impegnative sul piano dei ritmi (molto buoni) e della quantità chilometrica; tanto che alla fine della settimana scorsa mi sentivo un po’ appesantito. Volevo sicuramente provare a superare i 15 km con un ritmo sotto ai 5” al Km e poi avrei cercato di stringere i denti. Poi avevo timore che il dolore al fianco che mi aveva penalizzato a Piacenza potesse ripresentarsi; se a questo aggiungo qualche piccolo fastidio di sovraccarico d’allenamento, si può ben capire che, raggiungere gli obiettivi sopra citati sarebbe stato un successo. Ma come sempre la vita ci regala, contrariamente alle nostre aspettative, sorprese piacevoli, anche se non improvvisate. Sono partito da casa intorno alle 9:00 e ho raggiunto la zona partenza (castello Sforzesco) per le 9:45. Ero in netto anticipo, ma mi piace esserlo, anche perché volevo intervistare e fare qualche foto ai top- runner italiani presenti. Ho perso un po’ di tempo per riuscire a capire dove fossero, ma dopo un’andata e ritorno a vuoto dall’Arena, riesco ad individuarli in zona castello. Mi fermo a sentire le condizioni di Modica, Errebha, Cocchetti, Alagia, dopodiché, fattesi le 11:15, in tutta fretta, ritorno di corsa all’Arena a depositare la sacca degli indumenti e rientro in zona partenza a soli cinque minuti dal via. Giornata ideale per correre, almeno per tutta la prima parte cielo velato e solo nella seconda, il sole è spuntato, facendo sentire la forza dei suoi raggi. Parto. I chilometri passano, anche se stranamente, li individuo a due a due, ma il cronometro mi indica che sto correndo regolarmente sotto i 5” al km, questo fino al 15° km. A quel punto, tutto ciò che sarebbe venuto dopo sarebbe stato un totale guadagno. Mi accorgo che continuo su quel ritmo, certo perdo qualche secondo, correndo sui 5’11-15, ma riesco ancora a spingere. Confesso che mentalmente l’ho sofferta molto, soprattutto il 17°-18° km, ma mai comunque ho mollato, anzi ho continuato sempre in spinta fino alla fine e a pochi metri dall’arrivo, ho visto che ero sotto il mio precedente personale, ho dato tutto chiudendo in 1h’48”34 e abbassando ulteriormente il mio tempo. Poca cosa direte. Per me è una grande vittoria. Tanto per rispondere al “signor” Ottone.
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