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Realizzazione di un sogno

Realizzazione di un sogno

27/03/2008


di
Giovanni Certomà


I sogni, come i valori o gli ideali, esistono proprio per trovare la loro giusta forma e materializzarsi. Ai sogni si danno significati personali, spesso non condivisi da altri e forse, ciò li rende affascinanti e sempre vivi. Un sogno realizzato è un evento che scolpisce la propria memoria emozionale, proprio come fa lo scalpellìo di uno scultore sulla materia informe. Ricordo nitidamente due eventi (laurea, matrimonio) della mia storia che hanno avuto su di me l’effetto di una tabula rasa, come se tutto, da lì in poi, sarebbe stato nuovo e diversamente percepito. Domenica 30 Novembre 2003, quello stesso effetto-sensazione l’ho provato tagliando il traguardo della mia prima Maratona sotto lo sguardo vigile della Madonnina del Duomo milanese. E’ dal 2001 che ho iniziato a correre lungo lo stivale italiano, cimentandomi sulla distanza della mezza maratona; da allora al settembre 2003 ne ho corse otto con l’esperienza anche di una 30km. Importantissimi traguardi personali, per uno come me che abituato ai 100mt non riusciva a correre più di trenta minuti consecutivi. Il sogno (irraggiungibile), però, restava il completamento della distanza di Filippide. Già lo scorso anno avevo pensato a questo “folle” tentativo, ma ristrettezze materiali di tempo ed una condizione psicofisica non ideale, sono stati elementi di freno per il mio “sogno”. Quest’estate, poi, grazie a due mesi di vacanza marina ed in modo particolare, alla costituzione di un gruppo d’amici (Mimmo,Pippo, Antonio, Gaetano, Pino, Pietro, Felice) autentico, sono riuscito ad allenarmi con serenità e abbastanza bene, pensando, seriamente, per il 2004, di tentare i quarantadue chilometri e centonovantacinque metri a Padova. Durante l’estate ho preparato la mezza di Parma dove sono riuscito a fare il personale. Ciò mi ha dato molta fiducia e confortato da uno stato di forma veramente buono, a metà ottobre, durante uno dei miei allenamenti, ho pensato che forse aspettare il prossimo aprile per esordire in Maratona sarebbe stato tardi; perché, quindi non verificare se effettivamente la condizione fisica e soprattutto psicologica sono al top? E’ stato così, che, ho deciso in un mese e mezzo di preparare la Maratona di Milano. I miei allenamenti settimanali sono saliti a quattro e le sedute si sono differenziate le une dalle altre, senza mai inserire dei lunghissimi: lento in progressione di 1h’20”; lento in progressione o a ritmo variato di 1h’05”; lavoro specifico di ripetute di 3000mt e due-tre 1000mt; e domenica un lungo di 1h’30” a ritmo gara. I buoni risultati d’allenamento, la possibilità di allenarmi maggiormente e in tranquillità e il supporto morale involontario trasmessomi dai miei stessi alunni (classe 2^ D - S.M.S. Corsico – MI), sono stati tutti elementi determinanti che domenica 30 novembre mi hanno fatto giungere sulla linea di partenza motivatissimo. Condizioni climatiche per me ideali, anche se la temperatura si faceva sentire ma non più di tanto. Alle 9:15 il colpo di cannone dava inizio alla terza edizione della Maratona meneghina. Nella mia mente tanti i pensieri che si rincorrevano, ma in modo particolare quello di trascorrere le prossime vacanze natalizie pensando di aver corso la mia prima Maratona. Sono volutamente andato regolare fino alla mezza al ritmo di 5’45- 5’50. Le sensazioni fisiche e mentali erano buone e ciò era ulteriore motivo di forza. Fino alla mezza mi sono posto come obiettivi i 5, 10, 15, 21 Km; ogni cinque un obiettivo. Dopo la mezza ho cominciato a consumare ad ogni ristoro i cibi solidi oltre, naturalmente ad un po’ d’acqua e sali. Nessuna crisi di fame, di disidratazione e calo di glicogeno, il solo problema, che mi aspettavo, sono stati i miei immancabili crampi che dopo la mezza ogni tanto si riaffacciavano; non sono stati un grosso problema, certo mi hanno costretto a rallentare il ritmo, ma sono stato capace di gestirli benissimo. Al 28 km ho cominciato a crederci fortemente a tagliare il tra
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