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”Roccella com’era” sempre più coerente e pragmatica
27/03/2008
di
Giovanni Certomà
Spesso capita che molte associazioni culturali nascano dall’oggi al domani, si presentino al pubblico con pomposi programmi e ancor più ambiziosi obiettivi, poco dopo, però, tutto svanisce e i buoni propositi si perdono e si mischiano ad aria fritta. Non è il caso di “Roccella com’era”, associazione nata da qualche anno, che già all’atto della sua costituzione si presentò con solide fondamenta e soprattutto idee e programma estremamente chiari e precisi: “abbiamo avvertito, da un lato, l’esigenza di recuperare l’identità culturale di questa nostra comunità attraverso la ricerca, la riscoperta, lo studio, la valorizzazione e la divulgazione della cultura folclorica e materiale e dall’altro, di mettere a punto un museo etnografico riguardante Roccella Jonica”. Nel corso di questi pochi anni di vita, quanto sopra dichiarato ha cominciato a prendere forma e sostanza. Grazie, infatti, ad un lavoro di ricerca paziente, accurato ed appassionato, numerose sono state le monografie realizzate:
“La coltura del grano” di A. Simone e P. Simonetta; “L’arti d’ ‘u scarparu” di A. Simone; “L’arti d’ ‘u forgiare” e “L’arti di l’argagnaru” di Giuseppe Guarneri; “I jochi ‘i ‘na vota” di B. Falcone; “Il Carnevale d’altri tempi” di G. Falcone; “‘A carcara, la produzione artigianale dei laterizi” di A. Simone; “Roccella: come si mangiava” di S. Scali; “Il ciclo delle festività natalizie” di G. Falcone; “L’arti d’ ‘u barveri” di Giuseppe Guarneri; “La marineria a Roccella Ionica” di D. Curtale, “I carrisi” di Giuseppe Guarneri; “L’arti d’ ’u custureri” di Giuseppe Guarneri.
Tutte queste monografie sono state raccolte in un’unica pubblicazione “Attività e tradizioni a Roccella Jonica fino agli anni ‘50”, edizioni Pangallo, operazione realizzata col fattivo supporto economico dell’Amministrazione comunale. Il volume, presentato al pubblico l’11 ottobre scorso, ha riscosso enorme successo soprattutto tra gli addetti ai lavori. Infatti, il prof. Ottavio Cavalcanti, ordinario di Storia delle Tradizioni Popolari dell’Università degli Studi della Calabria ha dichiarato “[…]
vi dico io cos’è questo libro. È un libro di Storia, fatto da non storici professionisti, da alcuni ricercatori che non sapevano cosa stavano facendo e che avevano un compito limitato e modesto - sicuramente questa era la loro ottica - di ricostruire un passato in un’ottica di nostalgia e che, invece, andando al di là del compito che è stato loro assegnato, hanno fatto un libro di Storia!” Quanto sostenuto da Cavalcanti è stato sicuramente motivo d’orgoglio per gli autori e i soci di “Roccella Com’era” e in particolare una riprova della positività di quanto stanno realizzando. E a proposito di realizzazione, è da rimarcare come l’Associazione abbia imparato in fretta a veicolare e a comunicare ad un pubblico sempre più vasto tutte le sue iniziative. A dimostrazione che, chi si occupa del passato guarda al presente, ma anche al futuro, v’è il sito internet www.roccellacomera.it . Si tratta di una vera e propria Piazza S. Vittorio virtuale, sempre affollata e brulicante di visitatori, che tramite le loro e-mail invadono letteralmente la casella di posta elettronica, facendo lavorare molto il web-master. Tantissimi sono i roccellesi emigrati all’estero che grazie al sito hanno ricucito quel legame col paese natio spezzato tanti anni fa, così come numerosi sono anche i consigli e i materiali trasmessi via internet. Il sito è volutamente spartano e nel contempo in grado di fornire tempestivamente notizie complete su quanto l’associazione va costruendo. Di particolare pregio è sicuramente la raccolta fotografica, che propone le foto delle tre mostre fin qui allestite. Come tutti i programmi, non tutto è possibile concretizzare in tempi rapidi. Il famoso Museo etnografico non è stato dimenticato, né accantonato, anzi potremmo dire che un piccolissimo passo in avanti è stato compiuto. Si è individuata la sede nel vecchio frantoio dell
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