Non dubitare mai di se stessi.
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LA MILANO MARATHON 2002 VISTA DAL 35° KM
27/03/2008
Di
Giovanni Certomà
Ho vissuto l’edizione numero due della maratona di Milano non in corsa, ma dal ristoro posto al 35° km, in corso Sempione. I vari punti di ristoro sono stati affidati alle diverse società d’atletica del milanese; noi del Road Runners Club presiedevamo la postazione già dalle ore 6:30 del mattino. Faceva sicuramente un po’ freddo a quell’ora, ma ci siamo subito riscaldati allestendo i tavoli, aprendo bottiglie d’acqua, integratori salini e tagliando la frutta fresca messa a disposizione. Credo che, per l’edizione di quest’anno, l’organizzazione della Milano Marathon non possa essere sicuramente accusata di carenza di prodotti ai rifornimenti, che erano infatti zeppi di tutto, dagli alimenti, alle bevande, anche calde. I top runner sono passati dal 35° Km alle 11:00 precise, e tra i quattro di testa c’era un pimpante e reattivo Daniele Caimmi, che poi si classificherà al terzo posto in una volata finale a tre con un ottimo tempo cronometrico: 2’08’59. A seguito del quartetto di testa, sono sfilati i runner di prima fascia: Ruggero Pertile (che farà il suo primato personale 2’10’); Migidio Bourifa; Pusterla. Dopo i top runner, sono passati intorno a venti minuti, e sono apparsi gli amatori di buon livello e con loro le prime donne, tra le quali al comando la keniana Margaret Okaio. Dopo c’è stato un vuoto molto netto che si è concluso quando sono cominciati a sopraggiungere i vari amatori di tre, tre e mezzo e quattro ore. Erano dei visi sofferenti e stravolti, ma con la voglia sovrumana di concludere ed arrivare ad ogni costo al traguardo. Nei quasi quattromila podisti che sono transitati dal 35° km, si sono visti volti noti come il siepista Alessandro Lambruschini, Beppe Bergomi, Monica Casiraghi e soprattutto l’encomiabile Silvia Furlan, che ha chiuso entro il tempo massimo la sua ennesima maratona, dimostrando che si può…si può vincere per la vita.
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