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Salviamo gli autentici bronzi di Riace

Salviamo gli autentici bronzi di Riace

27/03/2008


Di
Giovanni Certomà



Alcuni giorni fa, sulle pagine della Gazzetta del Sud, si leggeva un articolo sull’eventuale possibilità di clonare i due straordinari esemplari di scultura greca, attribuiti alla scuola di Fidia. Mi è sembrato, all’inizio, una sorta di pesce d’aprile, ma continuando a leggere l’articolo, ho capito che si trattava di una reale proposta che proveniva – addirittura – dalla Soprintendenza archeologica della Regione Calabria. Sarebbe un vero e proprio “omicidio – suicidio” per la cultura e l’arte. A supporto di tale proposta si avanzava l’idea di far conoscere e pubblicizzare in tutto il mondo, i due capolavori scultorei. Credo non sia una giustificazione accettabile, né pensabile. Non mi pare che i due bronzi siano minacciati da agenti atmosferici nocivi. Mi pare che siano ben tenuti all’interno del museo di Reggio Calabria. Evidentemente, bisogna trovare modalità e sistemi migliori per far venire gli stranieri nella città dello stretto, ma non fare delle copie per farle girovagare. L’indignazione, nei riguardi di quest’assurda eventualità, non può che essere la sola e unica risposta da parte di chi ama l’arte, l’autenticità e l’attaccamento alle origini.

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