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Escursione: DALLA DIGA SUL “METRANO” AL “PIANO DELLA MENTA”

Escursione: DALLA DIGA SUL “METRANO” AL “PIANO DELLA MENTA”

27/03/2008


Di
Giovanni Certomà


Sotto le festività natalizie molti riscoprono antiche amicizie e altri colgono l’occasione per rafforzarle ulteriormente, facendo insieme ciò che più li aggrada e appassiona. Il nucleo d’amici che l’estate scorsa si è costituito attorno alle scorribande lungo la fiumara dell’”Allaro”, non ha perso occasione di ritrovarsi anche per questo periodo natalizio dell’anno 2003. In formazione un po’ rimaneggiata, ma d’estrema efficacia organizzativa e logistica, il 20 dicembre scorso intorno alle ore 9:30, ci si è ritrovati nel centro di Marina di Gioiosa. Il “guru” del gruppo rimane il mitico Mimmo Carone che, con l’esperto e inossidabile Felice Lombardo, hanno fatto da apri pista a Carmela Riggio, Antonio Commisso, Ilario & Angelo Fantò e al sottoscritto. Giornata soleggiata a Marina di Gioiosa, tanto che, nell’attesa dell’arrivo degli altri, ha costretto Antonio a levarsi il suo nero piumino. Carmela, cartesianamente parlando, si chiede e ci chiede se gli indumenti indossati fossero stati sufficienti a ripararsi dal freddo che avremmo trovato su in montagna, al limite dei mille metri. Ci siamo ormai tutti, dato che gli amici di Locri, per le ore piccole fatte il giorno prima ci hanno data buca. Si parte con due macchine alla volta della diga sul Metrano. Utilizzando la superstrada, arriviamo nei pressi di Cassari piuttosto celermente intorno alle 10:05; la temperatura si è abbassata e ai bordi delle strade (vergognosamente dissestate), intravediamo tracce di neve caduta qualche settimana fa, il tutto accompagnato da una leggera e immancabile nebbiolina. Il tempo di sistemarsi e alle 10:12 iniziamo la discesa verso quella che è considerata, allo stato attuale, la diga più alta d’Europa con i 104 mt del suo invaso in cemento. Un’enorme distesa d’acqua si apre dinanzi ai nostri sguardi e particolarmente incuriositi, scendiamo attraverso i 198 scalini (certosinamente contati da Antonio e Carmela) fino a giungere a contatto con l’acqua. Il “guru” asseconda la passione fotografica di Antonio che, dopo diversi spostamenti, riesce a trovare l’angolazione giusta per una foto da calendario. Alle 12:35 risaliamo alle macchine e ci dirigiamo al Piano della Menta, dove ci aspetta il momento più “interessante” dell’escursione. Si procede fino a quando intravediamo un’area attrezzata per cucinare, purtroppo però, è completamente all’esterno, quindi, illuminati da Felice ci dirigiamo nei pressi di un rifugio “ideale”, con all’interno acqua corrente, tavoli, sedili e soprattutto uno straordinario e inaspettato camino. Subito la tovaglia di color giallo fiammante di Felice, trova la sua giusta collocazione e su di essa l’indefinita quantità e varietà di cibo portato: pane fatto in casa, olive “morte”, pecorino, acciughe salate, vino, carne di maiale, di vitello e salami da arrostire. Felice senza perder tempo alcuno, cerca di accendere il fuoco che fa le bizze, ma “l’indomabile”, con una delle sue trovate, ha la meglio e piano piano riesce a costituire la brace. Mentre il sottoscritto affetta frettolosamente il pane, Antonio fa vivere il pecorino e Ilario condisce l’insalata tagliata “efficacemente” da Carmela. Il quadro costituito è veramente bucolico e straordinario: i rumori quotidiani sono così lontani; tutt’intorno alberi; profumi e soprattutto la consapevolezza che tutto ciò che la Natura può offrire all’uomo non è sostituibile con nessuna delle più sofisticate diavolerie elettroniche odierne.