29/04/2008
Sono le 16:30 di domenica 27 aprile e sento il mio cellulare squillare. Odo la voce di Ornella Ferrara che con tono intriso da profonda amarezza mi dice: “non riesco a capire perché non mi prendano in considerazione per farmi entrare nella squadra femminile di Maratona per i Giochi Olimpici. Non ho certo raggiunto il minimo di 2h30’ stabilito dalla Federazione Italiana, ma il 2h34’47” con cui ho vinto domenica 20 aprile la Maratona di Brescia, è il terzo tempo al femminile fatto quest’anno dopo quelli di Vincenza Sicari (2h29’50) e Bruna Genovese (2h30’52”). È’ evidente che Bruna e Vincenza hanno il posto assicurato ed è intoccabile, però circa quello che sarebbe della Incerti, perché arrivata 17^ ai Mondiali di Osaka (2007) pur se con 2h36’36”, e da disposizioni internazionali, i primi venti classificati, hanno automaticamente il lasciapassare per Pechino, ci sarebbe molto da discutere. Anche perché, il Consiglio federale della Fidal quando ha approvato i criteri e gli standard di partecipazione per i Giochi Olimpici di Pechino 2008 è stata molto chiara: Il conseguimento dei minimi, secondo le tabelle, è condizione indispensabile per l’iscrizione alle gare, ma non requisito unico per la partecipazione ai campionati che resta subordinata, in ogni caso, ad una valutazione preventiva dell’efficienza individuale degli atleti di stretta pertinenza del settore tecnico”. Facendo una valutazione oggettiva queste prove di efficienza in vista di Pechino la Incerti non le ha date. Dopo i mondiali non ha corso nessuna maratona, doveva prendere parte ad alcune mezze come la Roma – Ostia, la Stramilano e correre la Maratona di Amburgo, ma per problemi fisici di vario tipo è stata impossibilitata. Non vorrei essere nei panni dei responsabili del settore tecnico, però fossi in loro mi atterrei per intero ai criteri che Loro stessi hanno definito.