03/11/2010
I media ed in particolare le televisioni, lo portarono nel 1994, a compiere un’ operazione che nessuno mai aveva fatto: mettere su, in soli tre mesi, un partito e catturare il plebiscitario consenso degli italiani. E poi, da lì, i media sono stati l’arma vincente per consolidare il consenso e riacquistarlo dopo la sconfitta del 2006. Abile e “spavaldo” comunicatore fino a qualche mese fa, si dimostrava veramente “invincibile”, sicuro e inattaccabile, nonostante gli oltre venti procedimenti giudiziari a suo carico, nessuno dei quali si è concluso con una sentenza definitiva di condanna, in virtù di prescrizioni, assoluzioni e depenalizzazione dei reati. Una vita politica, la sua, che si è autoalimentata con gli slogan, la battute e le barzellette, che tanto – almeno stando agli ultimi risultati elettorali del 2008 – piacciono ai suoi elettori. In questi anni tantissime sono state le occasioni in cui lo abbiamo visto barcollare; sempre, però, ha saputo restare in piedi, tuttavia, negli ultimi mesi, fisicamente appare visibilmente stanco. E le sue “battute” che, secondo me, non sono mai state gaffe, ma coscientemente volute, ormai rasentano il ridicolo e, complici quegli stessi media che lo avevano condotto sull’”altare”, ora lo stanno portando, lentamente nella “polvere”. E il suo ultimo “bignami” concettuale ne è una emblematica rappresentazione: “E’ meglio essere appassionato di belle ragazze che gay".